Assisi

Ospedale di Assisi, Proietti critica la Regione e ‘chiama’ i dipendenti | Lega all’attacco

Il sindaco Stefania Proietti invita i dipendenti comunali al consiglio comunale aperto sull’ospedale di Assisi, criticando la Regione e ipotizzando un rischio chiusura del nosocomio. E la Lega Assisi, con i consiglieri Francesco Mignani e Jacopo Pastorelli va all’attacco.

Presenteremo – anticipano i due consiglieri – un atto ufficiale in consiglio comunale per fare chiarezza su di una situazione opaca, dove il ruolo istituzionale del sindaco si confonde con quello dell’esponente politico che in questa vicenda ha interessi ben specifici che non sempre coincidono con quelli della collettività. Vogliamo capire, inoltre, se la mail istituzionale sia un mezzo consentito per fare questo tipo di comunicazioni e in virtù di quale regolamento interno si può usufruire dei contatti dei dipendenti comunali“.

Sotto accusa tra l’altro la frase che “l’ospedale di Assisi è ‘a rischio chiusura’”, che la Proietti ha inserito nella mail inviata ai dipendenti. Frase che la Lega considera falsa, “dopo tutte le riunioni e gli incontri svolti e la chiara volontà espressa a più riprese dalla Regione Umbria, anche attraverso fatti concreti, di andare nella direzione opposta a quella espressa dalla sindaca“.

Per i due esponenti di minoranza infatti la missiva ha “contenuti propagandistici. Se si fosse trattato solo di un invito a prendere parte a un incontro pubblico avremmo anche compreso la bontà delle intenzioni. Tuttavia, il contenuto strumentale e fazioso della mail ci spinge a una riflessione ulteriore sul ruolo delle istituzioni e soprattutto sulla considerazione che la sindaca Proietti sembra avere nei confronti dei dipendenti pubblici, trattati come pedine da utilizzare nelle proprie battaglie politiche contro la Regione Umbria. Questo non possiamo permetterlo. Siamo vicini ai dipendenti pubblici e li ringraziamo per il lavoro che svolgono quotidianamente al servizio dei cittadini. Siamo contrari a ogni tentativo di contaminazione politica del loro operato – concludono Mignani e Pastorelli – tanto più se proveniente dal sindaco, ovvero il loro datore di lavoro“.