Una macchina per le analisi bloccata dalla burocrazia, da sette mesi. All’ospedale di Assisi non si possono effettuare esami come sostegno alla diagnosi di sepsi (una forma di grave infezione) in pazienti gravemente malati, o per la determinazione del rischio di progressione a sepsi grave e shock settico. Niente esami anche per la diagnosi differenziale tra infezioni batteriche e non batteriche o per guidare le scelte nella terapia antibiotica da praticare al paziente.
Tutto questo si potrebbe fare con il macchinario per misurare il livello di procalcitonina nel sangue (un marcatore importante delle infezioni batteriche e delle sepsi); strumento del quale sarebbe stato deliberato l’acquisto in comodato (senza considerare la formazione del personale), ma che è bloccato perché mancherebbe la delibera con l’autorizzazione alla consegna dell’apparecchiatura.
I medici hanno più volte sollecitato una maggiore celerità nelle pratiche, come detto bloccate da sette mesi, per l’arrivo dell’attrezzatura che ridurrebbe i tempi di degenza e aumenterebbe la possibilità di sopravvivenza dei pazienti. Questo esame infatti è in grado di identificare e monitorare le infezioni permettendo l’applicazione di terapie più accurate. Al danno poi si aggiunge la beffa, visto che lo strumento di analisi sarebbe già stato pagato, con la formula del comodato d’uso.
Ora la speranza del personale sanitario è che, finite le ferie estive, la situazione si sblocchi. E che l’ospedale di Assisi possa entrare in possesso di tale importante strumentazione.