E’ botta e risposta tra il sindaco di Spoleto e quella parte di maggioranza e opposizione – i cosiddetti 10 “ribelli” – che oltre a non condividere il ricorso al Tar hanno stigmatizzato la recente Ordinanza sindacale con cui viene istituito un Comitato di vigilanza sulla salute e il numero di telefono comunale (in capo ai Servizi sociali) messo a disposizione dei cittadini per segnalare eventuali disservizi sanitari: sul primo aspetto i consiglieri hanno chiesto se si tratti di una sorta di controllo sul servizio svolto dai sanitari; sul secondo se non si stia duplicando l’Urp della Usl.
Di questa mattina la replica del primo cittadino che richiama ancora una volta alla mancata comunicazione della Regione come a un atto che priva la comunità spoletina della dignità. Leggiamo: “Vale la pena ricordare che le decisioni della Regione Umbria, che hanno portato di fatto alla chiusura dell’ospedale di Spoleto, non sono mai state comunicate alla città, non state oggetto di confronto, né tantomeno di un’analisi condivisa. È poca cosa non aver minimamente interloquito con una Città dell’importanza e del prestigio di Spoleto? È una mancanza che possiamo derubricare come semplice dimenticanza? Bene. Quanto vale invece la dignità di una comunità, la sua consapevolezza rispetto a decisioni così impattanti per la vita e la salute di tutti, la sua corretta percezione, oggi e nell’immediato futuro, rispetto alla possibilità di veder soddisfatti o non soddisfatti bisogni primari come quelli legati alla sanità?”
De Augustinis poi sfida i 10 a un dibattito pubblico con la città: “I 10 consiglieri comunali che non stanno condividendo l’azione dell’amministrazione comunale, dovrebbero avere la capacità di affrontare questi argomenti in un dibattito pubblico con la città, sempre nel rispetto delle disposizioni vigenti e di provare a capire non che cosa vuole il Sindaco, che sarebbe ben poca cosa, ma cosa dobbiamo, in qualità di amministratori, alla Città e al nostro ospedale che è il prodotto di gente che ha lavorato e dato lustro al nome di Spoleto nel mondo.
Intanto però il primo cittadino coglie l’occasione sui compiti assegnati al Comitato: “A riguardo credo sia utile da parte mia un altro chiarimento rispetto all’istituzione del comitato, onde evitare interpretazioni fuorvianti.
Non vigileremo su sanitari e lavoratori del San Matteo degli Infermi, ai quali è andata sempre, oggi più che mai, tutta la nostra ammirazione, questo deve essere chiaro, ma sulle conseguenze che il depotenziamento dell’ospedale può avere sulla salute degli spoletini, elemento questo di ulteriore rischio per tutti”.
Bene il chiarimento, visto che l’Ordinanza scritta dallo stesso lascia intendere ben altro. Tanto da aver messo in allarme il personale sanitario del San Matteo degli Infermi. Rileggiamola. “Il sindaco….istituisce…il Comitato di vigilanza per la salute degli abitanti della Città di Spoleto durante la destinazione a ospedale COVID…con i seguenti compiti: 1. monitorare le condizioni di salute all’interno della struttura ospedaliera, suggerendo o proponendo tutte le misure a tutela dei lavoratori e della cittadinanza della Città di Spoleto nonché quelle riferite a patologie diverse dal covid 19, rilevando criticità, violazioni di legge o altri fatti di pregiudizio per la collettività cittadina”. Chissà se domani verrà riscritta così da non lasciare spazio ad ambiguità.
Nulla invece viene detto sul numero di telefono messo a disposizione della cittadinanza per segnalare disservizi.
Con l’occasione però il sindaco chiarisce l’importanza di riallacciare il dialogo con Palazzo Donini, con cui i rapporti sono ormai a stracci. “Dobbiamo trattare con la Regione Umbria? Certo, si può e si deve, ma non dobbiamo mai dimenticare la dignità, la nostra, in qualità di amministratori, e quella dei nostri concittadini, che hanno il diritto di vedere chi li rappresenta intraprendere ogni strada possibile in un frangente difficile e drammatico come questo. Ricordo, a riguardo, che la dignità è il principale valore del cavaliere presente nel nostro stemma cittadino. In queste ore stiamo assistendo ad una comunicazione intensa da parte della Usl Umbria 2 rispetto all’ospedale di Spoleto, fatta in maniera puntuale e costante ed é possibile che quelle garanzie richieste sul futuro dell’ospedale si concretizzino con un significativo cambio di passo della Regione. Lo auspicano i cittadini di Spoleto, della Valnerina, di Campello sul Clitunno, di Castel Ritaldi, di Giano dell’Umbria ed io con loro. Se questo accadrà Spoleto non potrà che prenderne atto traendone le opportune conseguenze. Ma ricordatevi e ricordiamoci tutti che alla dignità, una città vera e libera non potrà abdicare mai. Ed io con Lei”.
Per il momento non sono arrivate controrepliche da parte dei 10 consiglieri, riunitisi nel primo pomeriggio per un confronto politico, anche se pare che si stia preparando un documento con cui, a quanto pare, ricordare tutte le promesse pubbliche fatte dal sindaco e smentite dai fatti. E sull’ospedale, i due anni di tempo trascorsi senza aver compiuto un solo passo avanti.
Lo scontro quindi sembra continuare verso una crisi che potrebbe presto portare ad una sfiducia nei confronti della governance. Atto ormai condiviso e avallato da Perugia, anche se non sono ancora chiari i tempi, cioè se prima o dopo l’approvazione del bilancio e su cui pesa la posizione non solo delle forze di maggioranza, ma anche di quelle dell’opposizione, a cominciare dai 4 dem e dalla capogruppo di Ora Spoleto.
Nelle ultime ore è proprio la capogruppo di O.S., Luigina Renzi, che rischia di finire in mezzo alle critiche per un post scritto su Facebook contro il collega di Fd’I Antonio Di Cintio.
L’incipit lo da l’ex segretaria di Rifondazione comunista e pluricandidata Maura Coltorti la quale, postando il comunicato dei 10 consiglieri, si chiede” …tra questi scommettiamo che c’è uno dei prossimi candidati Sindaci?”, aggiungendo di lì a poco, parlando di sfiducia, che i 10 “se ne assumeranno la responsabilità”. Che l’ex esponente di Prc stia difendendo il prosieguo della giunta a trazione leghista?
E’ a questo punto che, rispondendo alla domanda iniziale, interviene la Renzi: “Di Cintio. Mai mettere la croce sul suo nome”.
Un attacco ritenuto gravissimo da parte del gruppo consiliare di Polinori “in questo clima già pesante di tensione sociale, scatenato per l’inadeguatezza politica del comune a gestire la situazione con la Regione, la Renzi getta volontariamente benzina sul fuoco”.
“E’ una questione di stile” dice Di Cintio, peraltro medico chirurgo impegnato sul fronte covid, “io non avrei scritto cose del genere di un collega e per di più su un social. Francamente non so cosa le ho fatto, salvo che in consiglio comunale ho educatamente espresso che sui temi della sanità, di cui parlavo e sul quale mi interrompeva, non tollero discorsi buonisti e senza senso. Mi era sembrato che si fosse scusata, ma indubbiamente non erano scuse sincere”.
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