Il Sindaco Umberto De Augustinis ha restituito lo ‘schiaffone’ – come aveva lui stesso definito la mancata comunicazione di trasformare l’ospedale di Spoleto in nosocomio a prevalenza covid – alla Governatrice Donatella Tesei.
Invitandola fino a Roma per un incontro fissato per le 15.00, salvo far diramare al proprio ufficio stampa, alle 14.57, la nota che annunciava che il Comune aveva depositato il ricorso al Tar dell’Umbria per impugnare l’Ordinanza regionale 67/2020.
Più o meno quando la Tesei, che magari si sarebbe volentieri risparmiata il viaggio (un dettaglio che sia costato anche questo al contribuente; un altro che magari sarebbe stato più utile, atteso che c’è una pandemia mondiale in giro, saperli non perdere tempo e restare alle proprie scrivanie, magari sentendosi via web), stava per suonare il campanello.
A quale portone non è dato sapere, visto che il luogo dell’incontro è rimasto top-secret. Come pure l’esito, anche se ambienti della Lega regionale assicurano che non sia stato affatto un confronto sereno.
Spoleto, o meglio il primo cittadino, ha quindi confermato il ricorso alla magistratura per dipanare una questione che il confronto e la diplomazia non sono riusciti neanche ad instaurare. E già questo la dice lunga sul livello di politica che si sta vivendo sull’asse Spoleto-Perugia.
Lo conferma la nota diffusa dal Comune di Spoleto a margine dell’incontro: Il Sindaco, nel corso di un confronto serrato che si è protratto fino a tarda sera, ha ribadito in più occasioni alla Presidente Tesei la forte preoccupazione dell’amministrazione e della città per una scelta che ridimensiona fortemente la capacità del San Matteo degli Infermi di garantire i servizi sanitari ai cittadini di Spoleto, del comprensorio e dei comuni della Valnerina.
Una difficoltà che il Sindaco, pur constatando la disponibilità, ancorché molto tardiva e parziale, della Presidente al confronto, ha chiesto in via d’urgenza di poter superare ripristinando innanzitutto il servizio di Pronto Soccorso e garantendo, anche durante questo periodo di emergenza, la possibilità di mantenere un punto nascite a Spoleto, con garanzie reali e concrete, e non mere promesse, in merito al ripristino di tutti i servizi oggi sospesi.
Da venerdì sera la Regione aveva pronto un Piano da presentare al Sindaco e ha invano atteso un tavolo per il week end. Nulla da fare. Inutile il pressing anche delle persone più vicine a De Augustinis. Per la sua agenda il primo appuntamento utile era a Roma, dove si trova da sabato, per le 15 di oggi.
La Tesei da parte sua non è rimasta a guardare; ha sì accettato l’invito ma, annusato il ‘trappolone’, ha preferito parlare a mezzogiorno alla città mediante una conferenza stampa in cui ha illustrato il piano per il pronto soccorso e confermato che l’Ospedale “a fine emergenza riavrà tutti i servizi, anzi alcuni di questi saranno potenziati. L’ho scritto nell’Ordinanza e lo ripeto adesso, non so, devo scriverlo con il sangue?” ha risposto ad una giornalista che la incalzava sul tema.
Una frattura che non sembra più sanabile e che, rimessa ora alla magistratura, rischia di aprire scenari ancor più impattanti. Se la sospensiva dovesse essere accolta – l’esito potrebbe arrivare già entro la settimana – per la Regione si porrebbe un problema di non poco conto nel ricercare un’altra struttura in grado di ospitare fino ai 70 posti previsti per Spoleto (e l’unica sulla carta sarebbe l’ospedale di Branca, l’ultimo rimasto, per il momento, covid free insieme a Orvieto).
Se invece venisse respinta, per il sindaco si aprirebbe con ogni probabilità la strada delle dimissioni o di una mozione di sfiducia, atteso che in Consiglio comunale la maggioranza non sembra esserci più.
Certo di errori ne sono stati commessi in questi mesi. La Regione nell’aver sottovalutato il rischio della seconda ondata, per la quale poteva già da luglio impegnare 26 milioni di euro, senza allestire un punto covid (come l’annunciato ospedale da campo al Centro fiere di Bastia Umbra) e procedere ad assunzioni di medici e infermieri.
Il Comune di Spoleto, con il placet del presidente del consiglio, nel non aver affrontato da un anno e mezzo la mozione presentata dalla Commissione sanità sul tema di Spoleto.
A fare le pulci poi si potrebbe recriminare che se la Giunta fosse stata solo un po’ più lungimirante, avrebbe potuto contare su quel Palatenda per il quale l’allora sindaco Fabrizio Cardarelli era riuscito nel 2017 a coinvolgere la Croce Rossa con uno stanziamento da 1 milione di euro che avrebbe sistemato la struttura trasformandola in dual use: impianto sportivo durante i periodi di normalità e centro di aggregazione con posti letto e mensa in caso di emergenza. Cardarelli veniva sì dall’esperienza del sisma dell’anno precedente, ma pensava anche ad altre emergenze come alluvioni, incidenti di elevata gravità che avrebbero potuto richiedere 50/70 posti letto per interventi sanitari.
In realtà i 2.400 metri quadrati del Palatenda di posti letto ne potrebbero ospitare fino a 180. L’attuale Giunta però ha deciso di annullare quell’accordo.
Eppure oggi avrebbe avuto una struttura con cui ‘barattare’ l’ospedale: se ogni terapia intensiva occupa circa 15 metri quadrati, il Palatenda avrebbe potuto ospitare – ovviamente con gli interventi del caso da parte della Regione – più di 100 terapie intensive/sub-intensive. Inutile piangere sul latte versato? Forse.
Rispetto alla prima decisione, la Regione ha rivisto in aumento i servizi che verranno invece garantiti: day hospital oncologico e tutti i servizi oncologici (radioterapia e tac oncologica, radioterapia), mammografia (arriverà una unità mobile da Foligno), dialisi, punto prelievi e donazioni, radiologia e endoscopia digestiva.
Le prestazioni specialistiche saranno effettuate negli ambulatori di via Manna, dove già è presente una palazzina in cui vengono erogati servizi sanitari.
Quanto al Punto Primo Soccorso che rimarrà nella stessa sede dell’attuale Pronto Soccorso (come confermato da una nota della USl Umbria 2 di questa sera) inserito nella struttura dell’Ospedale con percorso ovviamente differente dal Pronto soccorso covid e fruibile con accesso direttamente dall’esterno della struttura ospedaliera, sarà garantita l’accoglienza per tutti i codici bianchi e verdi e la stabilizzazione dei codici gialli. Certo si perdono una parte dei codici ‘rosso’, pochi per la verità se solo si pensa che, in caso di un infartuato o di un ictus, da sempre si deve ricorrere agli ospedali di Foligno e Terni.
Aumentate anche le ambulanze per coprire il territorio di Spoleto e Valnerina ed è stato allertato anche il servizio di elisoccorso per accelerare al massimo il trasporto di eventuali emergenze.
Si poteva ottenere di più? Chissà, solo il dialogo e le trattative hanno da sempre questo potere.
L’intervento della Tesei ha in qualche modo convinto i 10 consiglieri comunali che si erano da subito detti contrari all’azione giudiziaria: “Tutto questo clamore ha distolto l’attenzione sul vero problema, la solidarietà e la motivazione del personale sanitario che si trova ad affrontare un carico di lavoro gravoso in cui le costrizioni temporali si aggiungono alla complessità dei compiti e alle condizioni di pericolo. Quindi dalle rassicurazioni avute dalla Presidente Tesei i servizi essenziali di primo soccorso verranno garantiti. Non esiste nessuno smantellamento all’interno del nostro ospedale si stanno solo trasferendo i malati e predisponendo i reparti per l’accoglienza dei pazienti covid, garantendo agli utenti del presidio un percorso “pulito”. In queste giornate frenetiche come consiglieri comunali abbiamo continuato attraverso i canali istituzionali ad avere un dialogo con la Giunta Regionale e abbiamo ottenuto la garanzia di veder potenziate le competenze dell’ospedale di Spoleto nel PSR che si sta redigendo” scrivono nel loro lungo comunicato i consiglieri Antonio Di Cintio, Paola Santirosi e Stefano Polinori (Fd’I), Marina Morelli (F.I.), Stefano Proietti, Cesare Loretoni e Riccardo Fedeli (Lega), Ilaria Frascarelli (Spoleto Popolare), Gianmarco Profili e Roberto Settimi (Alleanza civica). Una decisione che troverebbe d’accordo anche pezzi del Pd, anche se non quelli presenti in Consiglio comunale.
Tutti gli altri in religioso silenzio. Pronti a inondare le redazioni di comunicati a ogni piè sospinto, nel giorno della conferenza della Tesei restano tutti silenziosi.
Proviamo così a contattarli su whatt app: “Buonasera Consigliere, può chiarirci la posizione del suo gruppo alla luce della conferenza stampa della Presidente Tesei? Prenderete parte alla protesta di domani davanti a palazzo Donini oppure le garanzie date sono sufficienti?”
I capigruppo di Lega, Forza Italia e Spoleto Popolare, che pure si sono collegati su wa, Davide Militoni e Filippo Ugolini, non leggono il nostro o preferiscono non rispondere.
Sintetica ma efficace la replica di Luigina Renzi (Ora Spoleto) “Non mi pare sia cambiato nulla, la presidente ha ripetuto per esteso quanto c’è nell’ordinanza. La protesta va avanti”.
Risponde velocemente anche il capogruppo del PD, Stefano Lisci “di parole tante, attendiamo atti concreti su cui ragionare”.
Di questa sera, dopo le 21:00 la risposta Maria Elena Bececco (Spoleto Popolare) “La conferenenza stampa della Presidente Tesei non ha fatto altro che avvalorare i nostri timori ossia che l’Ospedale di Spoleto non fornirà più ai cittadini di Spoleto e a tutta la sua utenza che conta più di 60000 abitanti i servizi primari. Un punto di primo soccorso che gestisce i codici bianchi e verdi non si può considerare un Pronto Soccorso in grado di salvare le vite. Non è stato preso in considerazione alcun punto del documento firmato da tutto il consiglio comunale neanche relativamente alle rassicurazioni per il futuro che per essere tali dovrebbero essere inserite almeno in una delibera. Domani io personalmente non potrò partecipare alla manifestazione in quanto sono in quarantena ma farò partecipare e sarò al fianco di tutti coloro che vogliono salvare il nostro Ospedale”.
Il City Forum intanto si prepara alla protesta di domattina con appuntamento alle 10 davanti a palazzo Cesaroni. La Governatrice, visto l’insuccesso con il sindaco, si dice pronta a ricevere una delegazione di manifestanti prima che abbiano inizio i lavori del Consiglio regionale.
Il portavoce Sergio Grifoni, contattato da Tuttoggi, ha confermato di aver ascoltato con attenzione l’intervento della presidente ma di pretendere solo atti ufficiali. “In passato abbiamo ricevuto sempre autorevoli promesse, mai mantenute. 4 le domande, a 3 delle quali la Presidente, almeno in conferenza stampa, avrebbe già risposto: “Sarà ripristinato il Pronto Soccorso, con immediatezza, in una struttura fissa e non in una tenda da campo? Tutti i servizi, compreso il Punto Nascite, rimarranno a Spoleto? Il nostro Ospedale rimarrà di emergenza-urgenza dopo la pandemia? Ci si metterà finalmente intorno ad un tavolo, appena passato il Covid, per stabilire, nero su bianco, i servizi da distribuire in maniera equa fra gli ospedali di Spoleto e Foligno?” Se a queste quattro domande, ci verrà risposto SI, con atti ufficiali immediati e non a parole, possiamo stare tranquilli”.
Le associazioni però cominciano a smarcarsi anche dalla Giunta spoletina: “ci rammarichiamo di non essere stati ascoltati in tutti questi mesi quando, in più occasioni, chiedevamo di far valere il documento approvato unanimamente dal Consiglio comunale che prevedeva la ripartizione dei servizi tra Spoleto e Foligno. Oggi saremmo stati più tranquilli”.
Ma neanche l’associazionismo può stare tranquillo. In queste ore su Facebook ha ripreso vigore il gruppo “Salviamo l’ospedale e il punto nascite di Spoleto” che vanta più di 2mila membri e organizzato dal dirigente dem Michael Surace. “Movimento” che Grifoni conferma di non appartenere al City Forum.
Surace, tra le altre iniziative, annuncia di voler “dare forza al ricorso al Tar presentato dal sindaco”. Per tutta la giornata si è adoperato a incoraggiare la presenza dei manifestanti con fischietti (anche poco oppurtuni in tempi di covid), volantini e anche “un po’ di voce” per intonare alcuni cori che lo stesso, per far azzeccare a tutti il giusto tempo musicale, ha riprodotto su un file audio. Un tantino scrupoloso, tanto da essere finito già nelle mire dei satiri di Guercio.
Ma torniamo alle cose serie. A quanto è dato sapere per domattina sono previsti tra i 150-200 manifestanti in partenza per Perugia.
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(Modificato alle ore 8.50 del 27 ottobre)