Non è facile fare la cronaca di un’altra giornata in cui sull’ospedale di Spoleto, praticamente trasformato in buona parte in nosocomio covid, si è detto tutto e il contrario di tutto. Con la politica capace di fare capriole degne del miglior ginnasta olimpico pur di dire la propria, di occupare un posto al tavolo delle trattative, insomma di dimostrare a se stessa di essere viva.
Partiamo dall’ultima notizia in ordine di tempo. A quanto si apprende, in attesa di conferme ufficiali da parte della Usl, nel tardo pomeriggio di oggi sono stati trasferiti all’ospedale di Spoleto 5 pazienti affetti da covid. I malati sarebbero ricoverati nel padiglione rsa covid. E’ il primo atto concreto della trasformazione decisa con l’Ordinanza di giovedì scorso.
E torniamo alla mattinata. Alla manifestazione di questa mattina in piazza Italia, a detta degli stessi intervenuti, c’erano più o meno una 70na di persone, armati di striscioni e fischietti per manifestare il loro dissenso contro Palazzo Donini.
Un po’ pochini per rappresentare una città che solo domenica scorsa aveva realizzato una catena umana di 400 persone.
Forse la conferenza stampa della Tesei che ha chiarito quello che la Regione vuole fare ora e subito dopo l’emergenza per l’ospedale di Spoleto ha convinto i più. “Un patto che manterrò, non posso certo firmarlo col sangue” aveva avuto modo di dire. Forse non sarebbe bastato neanche questo.
Così stamani ha aperto le porte dell’ufficio alla delegazione del City Forum, il portavoce Sergio Grifoni e il presidente Confcommercio Tommaso Barbanera, e , nel confermare la posizione, si è spinta anche oltre. E’ lo stesso Grifoni a commentarlo a Tuttoggi.
Una sola domanda e pochi giri di parole, come giudica l’incontro con la governatrice? “Metà positivo e metà negativo. Positivo perché la Tesei finalmente ha dichiarato di prendere impegni scritti redigendo a breve un Indirizzo di Giunta con cui sancirà l’immediato ritorno di tutti i servizi che sono stati portati via, compreso il punto nascita. Si è presa inoltre l’impegno di istituire un tavolo, finita l’emergenza e comunque prima di redigere il Piano sanitario regionale, per stabilire insieme le eccellenze che rimarranno a Spoleto e quelle a Foligno. In pratica ha accolto la delibera votata all’unanimità dal consiglio comunale più di un anno e mezzo fa (e che dormiva nel cassetto dell’ufficio di presidenza). In tanti anni non siamo arrivati a raggiungere un passo del genere nel tentativo di salvaguardare e potenziare il nosocomio”.
E l’aspetto negativo? “Abbiamo chiesto di ridimensionare gli spazi da dedicare al covid per salvare il pronto soccorso ma su questo è rimasta irremovibile. E anche il motivo della scelta di Spoleto, rispondendoci che è stata dettata dagli studi e le analisi del Cts. Infine l’abbiamo informata di aver consegnato al sindaco una lettera nella quale esprimiamo dei dubbi sulla idoneità dei locali dell’ospedale nell’ospitare pazienti covid, ma la Presidente Tesei ha risposto che anche questo aspetto è stato valutato attentamente”.
Un commento sulla attuale situazione politica spoletina? “E’ meglio che non mi esprimo” conclude Grifoni.
Poteva essere sufficiente e finire qui? Certo che no; come non approfittare del Consiglio regionale in corso per continuare a dire la propria. Così una delegazione di consiglieri (Camilla Laureti Pd, Filippo Ugolini FI e il medico Mario Mancini di Laboratorio) riescono a entrare e a incontrare, durante una sospensione dei lavori, i capigruppo, il vice presidente della Giunta Roberto Morroni e l’assessore al bilancio Paola Agabiti.
E ricomincia la solfa: i tre chiedono “atti di Giunta che rassicurino sul ritorno alla normalità una volta terminata l’emergenza; ok ad un ospedale covid ma ricercare vie per curare, prima della fine dell’emergenza, anche i malati no covid”. Il tutto condito con una richiesta di “un tavolo inter-istituzionale tra Comune Regione”. E pensare che la Tesei è da venerdì scorso che cercava il sindaco per illustrargli il Piano ‘B’.
A favorire l’incontro, lo si legge in una delle decine di comunicati che arrivano alle redazioni, il coordinatore di Spoleto Sì (rimasta silente dal 2018, ma pronta a resuscitare ad ogni occasione in cui si ventila aria di elezioni), Francesco Grechi – ex Dc, fu An, poi civico nel 2014 con il candidato sindaco Grifoni, ancora in appoggio alla candidata Laureti Pd nel 2018 e più recentemente vicino alla Lega – che è “riuscito a contattare il Presidente del Gruppo assembleare regionale, Andrea Fora, che ha richiesto la sospensione del Consiglio permettendo l’ingresso all’interno di Palazzo Cesaroni dei tre rappresentanti comunali”. E meno male!
Grechi, nella sua nota, si lascia andare anche a giudizi sulla recente sentenza del Presidente del Tar: “Le autorità giudiziarie dovrebbero intervenire immediatamente. È impensabile che il TAR abbia rinviato il legittimo ricorso del sindaco De Augustinis al 17 novembre”. Che sia il solito complotto della magistratura ai danni del proponente, il sindaco De Augustinis che di professione è magistrato in servizio alla Suprema Corte di Cassazione?
Ma non è l’unico merito che, incredibile a dirsi, ha il coronavirus e la pandemia in questo spicchio di Umbria. Ad intervenire in queste ore è anche Aldo Traccheggiani, anche lui un passato tra vari partiti e movimenti del centrodestra, che rida voce all’afono “Circolo Tre Valli” e interviene sulla partita dell’ospedale:
“La conferenza stampa della Presidente Tesei e dei suoi non più credibili tecnici sul caso Ospedale Spoleto non ha tranquillizzato nessuno e non ha sciolto alcun nodo. Sfruttare l’angoscia della pandemia (contro il cui ritorno non ci si è predisposti) per imporre la cancellazione completa di un Ospedale DEA resta un’operazione politica sbagliata ed ingiustificabile. Reagire al virus dichiarando guerra miratamente ai tre territori delle “Tre Valli” (Valnerina, Spoletino, Tuderte) solo perché non hanno rappresentanza nelle sedi regionali decidenti è una provocazione da respingere. Se la Regione vuole tentare di riconciliarsi con le popolazioni revochi immediatamente i provvedimenti sull’Ospedale DEA di Spoleto e su Pantalla e li metta in condizione di contribuire proporzionatamente con reparti Covid, degenza e intensiva, al pari degli altri Ospedali, mantenendo però tutti i reparti ordinari ed essenziali, cominciando da Chirurgia, Medicina e Ostetricia-Ginecologia con l’eccellente punto nascita. Verrà il tempo di ridiscutere l’integrazione Spoleto/Foligno, in termini completamente diversi dal passato”. Ecco per Traccheggiani la tanto auspicata integrazione tra Spoleto e Foligno, da sempre richiesta senza distinzioni di colore e ideologia, non è più una priorità.
Ma non sono gli unici a cercare di tornare sotto i riflettori della politica. Sui social e alle manifestazioni si rivedono anche ex potenti consiglieri provinciali e comunali (tra cui Laura Zampa, Patrizia Colangeli, Aliero Dominici, Emzo Alleori, solo per citarne alcuni) che sotto i propri mandati elettorali non è che, complici i propri partiti, abbiano concretizzato granché nella difesa dell’ospedale.
La dice lunga che solo con quest’ultima vicenda ci siano cittadini (ma anche autorevoli dirigenti di partito) che hanno scoperto che un infartuato deve essere trasportato a Foligno per ricevere cure appropriate: succede da anni, più di quindici. Come pure che un politraumatizzato, un paziente colto da ictus, eccetera vengano trasferiti a Perugia e Terni.
Ecco, questa sarebbe la partita da giocare: fare la propria parte ora, in questa pandemia mondiale, alla pari con gli altri ospedali umbri (di oggi la notizia che verrà trasformato in covid anche Orvieto), e rivendicare subito un potenziamento del San Matteo degli Infermi per quei codici ‘rosso’ che non possono permettersi trasferimenti di 40’.
E proprio per non creare equivoci, tante volte ce ne fosse ancora bisogno, in prima serata arriva la nota dei capigruppo di maggioranza Stefano Pastorelli (Lega), Eleonora Pace (Fratelli d’Italia), Roberto Morroni (Forza Italia) e dell’assessore Paola Agabiti (Tesei Presidente). Leggiamo
“I capigruppo dell’Assemblea legislativa insieme al Presidente Marco Squarta, durante un’apposita sospensione della seduta votata unanimemente, hanno incontrato questa mattina una delegazione del presidio presente all’esterno di Palazzo Cesaroni per manifestare contro l’utilizzo di parte dell’ospedale di Spoleto per la cura dei malati Covid. Gli esponenti della maggioranza hanno ribadito quanto già espresso in più occasioni dalla Presidente della Regione, DonatellaTesei, ovvero che la scelta dell’utilizzo dell’ospedale cittadino è una disposizione temporanea dettata dall’emergenza alla fine della quale saranno rispristinati tutti i servizi attualmente in essere, compreso il punto nascita. È stata inoltre da loro confermata la disponibilità della Giunta Regionale ad inserire tale impegno in un prossimo atto di indirizzo, ritendo fondamentale la struttura sanitaria di Spoleto per l’intero comprensorio spoletino e della Valnerina“.
In Municipio oggi l’aria era abbastanza tesa, dopo la sentenza del Tar che rigettava la richiesta della sospensiva invocata dal sindaco e dal collegio legale composto dal professor Sandro Amorosino del foro di Roma e dall’avvocato Salvatore Taverna, del foro di Roma anch’egli ma ormai spoletino di adozione: è qui che ha sposato la ‘causa’ politica del sindaco De Augustinis candidandosi con la sua lista civica di Laboratorio.
Il primo cittadino è apparso comunque sereno e lo ha dimostrato in occasione del taglio della bretellina di Eggi dove si è fatto immortalare con le dita a V in segno di vittoria. Poi ha raggiunto Piazza Italia a Perugia per solidarizzare con i manifestanti della manifestazione.
Questo il commento sul dispositivo emesso dal Presidente del Tar: “Avevamo chiesto un intervento d’urgenza con decreto presidenziale per fare chiarezza sulla situazione che sta interessando il nostro ospedale, ma comprendiamo la decisione del Presidente del Tar, anche alla luce della confusa situazione di emergenza sanitaria in cui ci troviamo. Restano chiaramente le preoccupazioni che abbiamo espresso in più occasioni nei giorni scorsi e rappresenteremo tutte le ragioni della città di Spoleto, a tutela della salute e l’incolumità di ogni cittadino, nella trattazione collegiale fissata per il prossimo 17 novembre” conclude de Augustinis
La Lega, il partito di maggioranza, per il momento tace. Come pure i 10 consiglieri, quelli contrari all’azione giudiziaria per l’ospedale covid, che guardano con fiducia agli impegni intrapresi dalla governatrice per l’ospedale.
Ma ad animare il dibattito interno c’è anche la questione dell’approvazione del bilancio preventivo, quello che, per nota, si sarebbe dovuto approvare entro il 31 ottobre prossimo. Considerando che non sono state ancora convocate le Commissioni consiliari, c’è da giurarci che il voto non arriverà prima del 18-20 novembre. Con buona pace del Prefetto di Perugia Grandone che dovrà mandare un nuovo cartellino ‘giallo’ al palazzo.
Una partita, quella del bilancio, che si gioca anche sulla promessa (mantenuta in pieno?) fatta da De Augustinis e Zucchelli di aver recuperato i 250mila euro da destinare in aiuti per la Tari. Condizione che potrebbe portare Fd’I, ormai fuori dalla maggioranza, a votarlo. Il malcontento cresce di ora in ora e la vicenda dell’ospedale non ha che acuito la spaccatura che potrebbe portare anche a clamorosi sviluppi.
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