“Nell’emergenza da Covid-19 l’ospedale di Città di Castello ha fatto una coraggiosa operazione di solidarietà regionale, nella prospettiva di essere valorizzato come merita, e gli impegni presi dalla Regione Umbria sono importanti, perché collocano la nostra struttura sanitaria a un livello di eccellenza assoluta con investimenti su reparti nuovi e importanti che le daranno lustro, ma richiedono da parte nostra la vigilanza necessaria perché vengano pienamente rispettati”.
E’ quanto ha dichiarato il sindaco Luciano Bacchetta nell’intervento con cui ha risposto all’interrogazione dei consiglieri Pd Mirko Pescari, Vittorio Massetti, Massimo Minciotti, Letizia Guerri e Luciano Tavernelli “sui tempi e la strategia per l’uscita completa dalla situazione di crisi e per la ripresa dell’erogazione ordinaria dei servizi ospedalieri” nella Fase 3 dell’emergenza da Covid-19.
Con il documento, illustrato in Consiglio comunale da Minciotti, gli esponenti della maggioranza avevano chiesto di sapere se i vertici regionali della sanità umbra stessero “condividendo le scelte operative con i rappresentanti istituzionali del territorio, in primis con sindaco e dirigenti delle strutture sanitarie”, se fosse intenzione della giunta regionale “mantenere il servizio di residenza sanitaria assistenziale esternalizzato presso la Muzi Betti”, i tempi della “completa ripresa della operatività dei servizi ospedalieri sospesi per l’emergenza Covid” e le prospettive di potenziamento della rete sanitaria territoriale e ospedaliera.
Bacchetta ha riferito in aula i contenuti di una comunicazione dell’ex commissario straordinario dell’Usl Umbria 1 Silvio Pasqui, illustrando le previsioni del piano per la fase 3 dell’emergenza sanitaria stilato dalla Regione, che è stato inviato al Ministero e prevede per l’ospedale di Città di Castello una serie di interventi per un investimento di oltre 3 milioni di euro complessivi:·
Il sindaco ha inoltre riferito che sono allo studio soluzioni di vario tipo per la Rsa, di cui con la realizzazione delle aree Covid al terzo piano dell’ospedale non è stata attuata un’esternalizzazione, ma si è proceduto alla collocazione dei pazienti presso il proprio domicilio, laddove possibile, o presso residenze protette, i cui posti letto complessivi disponibili sono stati aumentati di 6 unità.
Bacchetta ha quindi fornito un resoconto delle modalità di ripresa dei servizi ospedalieri, “che sono stati gradualmente e tempestivamente riattivati a partire dal termine della Fase 1 e con l’ingresso nella Fase 2, nella quale, sono stati riavviati i normali ricoveri, garantendo un numero gradualmente maggiore di posti letto, prestazioni ambulatoriali e attività chirurgiche programmate. Con l’ingresso nella Fase 3 si è provveduto ad aumentare la quantità di prelievi ematici eseguiti quotidianamente e le ore di apertura dei servizi per garantire più prestazioni ambulatoriali, mentre sono in corso le valutazioni, da parte di Regione e aziende sanitarie, per la definizione di un piano per il recupero di tutte le prestazioni”.
Il sindaco ha riferito, in particolare, che “il Pronto soccorso ha continuato a lavorare separando i percorsi per pazienti sospetti e non sospetti di essere contagiati dal Covid-19, garantendo i tamponi a tutti i pazienti destinati a ricovero, mentre è stata ripristinata la possibilità di realizzare ricoveri programmati a reparto; l’attività chirurgica è ripartita per tutte le unità operative, garantendo l’esecuzione di interventi con 3 sale su 5, per un numero maggiore di ore a sala che consente di assicurare, come previsto dalla Regione, I’80% dell’attività erogata nello stesso periodo del 2019”.
Per quanto riguarda il Day Surgery, il primo cittadino ha preannunciato il “ritorno a regime dopo la consueta chiusura estiva“. Bacchetta ha infine chiarito che “non sussistono problemi di spazio per le unità operative chirurgiche, né per i ricoveri ordinari, né per il Day Surgery, in quanto, nonostante la diversa destinazione del terzo piano, si stanno realizzando modifiche dell’organizzazione interna della struttura, tali da consentire spazi congrui a tutta l’attività chirurgica sospesa nel periodo Covid per una precisa disposizione nazionale, garantendo comunque le prestazioni urgenti”.
In sede di replica Tavernelli ha sottolineato che “gli impegni presi dalla Regione con la comunità Altotiberina e Città di Castello sono di fondamentale importanza, perché tra circa un anno porteranno ad avere un ospedale completamente rivoluzionato, con modalità di accesso protette, sulla base dell’esperienza della gestione dell’emergenza Coronavirus, sia per l’accesso al Pronto soccorso, che nei reparti, evitando di mescolare i pazienti Covid con quelli non Covid”.
Chiediamo il massimo sforzo per riuscire a recuperare il 100% dei servizi, perché diagnostiche, poliambulatori e servizi territoriali possano ritornare a un regime pre-Covid, che faceva a del nostro territorio un fiore all’occhiello della sanità regionale
Tavernelli ha quindi aggiunto di “non ritenere una scelta troppo azzeccata l’inserimento della Rsa in un piano dell’ospedale, perché non appartiene alla medicina ospedaliera e perché abbiamo la necessità di avere più posti letto, visto che a questi corrispondono anche i finanziamenti pubblici per le strutture ospedaliere. La Rsa va decentrata dall’ospedale, con un progetto finalizzato a prevederla alla Muzi Betti, che è stata un esempio nella gestione dell’emergenza da Covid con nessun contagio”.