Il reparto di Ginecologia dell’ospedale di Città di Castello finisce sotto la lente di ingrandimento di tre consiglieri di maggioranza.
Gionata Gatticchi (Pd), Loriana Grasselli (Psi) e Rosanna Sabba (Luca Secondi Sindaco), tramite un’interrogazione, chiedono infatti a sindaco e giunta “quali azioni intenda intraprendere l’amministrazione nei confronti di Usl e Regione Umbria per difendere questo reparto, eccellenza del nostro ospedale ma che, con il sotto organico di medici e il pensionamento del primario, rischia di perdere il suo ruolo di riferimento”.
Nel far presente che l’organico del reparto sia composto da un direttore coadiuvato da 10 medici collaboratori, una capo ostetrica e tre ostetriche per turno, i consiglieri evidenziano che “ad oggi mancano due medici e il direttore. Nonostante la carenza di organico, però, nulla viene fatto da Usl e Regione per sopperire ai possibili disservizi”
Viene anche segnalato che mentre il 13 febbraio scorso è stato espletato un concorso per reintegrare il direttore dell’ospedale di Branca, ad oggi nulla è stato previsto per l’ospedale di Città di Castello, che tra l’altro è ospedale Dea di primo livello.
“Il reparto di Ginecologia dell’ospedale di Città di Castello rappresenta un punto di riferimento per centinaia di cittadini nel nostro territorio”, rilevano i firmatari dell’interrogazione, che ricordano a questo proposito come, nel corso del 2022, l’attività di Ostetricia si sia caratterizzata per 616 parti, di cui circa il 25% effettuai mediante tagli cesarei.
“Grazie alla qualità dei servizi resi dal reparto di Ginecologia – rimarcano Gatticchi, Grasselli e Sabba – l’ospedale di Città di Castello ha ottenuto tre bollini rosa dalla fondazione Onda, per il blocco parto più innovativo con possibilità di parto in acqua, la musico cromo ed aromaterapia, il parto analgesia, il multi track e sgabello olandese”.