È stato sorpreso dai militari della Guardia di Finanza di Orvieto, l’imprenditore titolare di una società operante nel settore dei servizi di autotrasporti, escavazioni ed estrazioni di materiali inerti il quale, grazie ai “consigli” del proprio commercialista – già sottoposto ad accertamenti fiscali qualche mese fa – aveva 'escogitato' un'evasione fiscale pari a circa 1 milione di euro, tra gli anni 2009 ed 2012, fra elementi positivi e negativi di reddito non dichiarati ed un’I.V.A. indebitamente detratta per circa 125.000 euro.
Come se non bastasse, le operazioni hanno portato alla constatazione, da parte della Guardia di Finanza, del reato di cui all’art.2 del D.Lgs. 74/2000 per “utilizzo di fatture per operazioni inesistenti” pari a circa 150.000 euro, con conseguente denuncia alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Terni nei confronti del legale rappresentante della suddetta Società.
Nei confronti dell’imprenditore è stata infine proposta di adozione di misure cautelari nei confronti dei beni immobili che catastalmente risultano di proprietà del rappresentante legale per un importo di circa 150.000 euro, a garanzia del credito erariale.
Il fenomeno delle F.O.I. (fatture per operazioni inesistenti) è d’altra parte un fenomeno sempre “di moda” nel tessuto economico nazionale e prevede il coinvolgimento di una rete sempre più fitta di aziende “cartiere” (che emettono carta) e che sono spinte dal desiderio di generare documenti fiscali che possano giustificare “contabilmente” costi in realtà mai sostenuti. In questo modo si abbassa la base imponibile su cui vengono calcolate le imposte e l’utilizzatore paga meno al Fisco, creando un dannosissimo fenomeno ovviamente a danno dell’onesto cittadino che sconta regolarmente le tasse.