Orvieto

Orvieto, droga e alcol tra minori, il sindaco “Movida non può essere una questione solo di Polizia”

Alcol e droga diffusi tra giovanissmi, a Orvieto sono scesi in campo i Carabinieri per denunciare un fenomeno che sembra diventare preoccupante. Anche il sindaco, Roberta Tardani, è intervenuta sulla questione nell’ultimo consiglio comunale, sollecitata nel corso del question time

Movida sotto controllo

“I controlli – ha chiarito il sindaco – ci sono sempre stati da parte delle forze di polizia in collaborazione con la polizia locale, tuttavia abbiamo condiviso la necessità di intensificarli a fronte di fenomeni e di alcuni episodi spiacevoli che si sono verificati, specialmente nell’ultimo periodo. Ai controlli sulla movida, visto l’aumentare dei contagi in tutto il Paese, si sono aggiunti anche quelli relativi al rispetto delle norme anti Covid e già questa settimana sono state emesse, giustamente, delle sanzioni”.

Vendita di alcolici a minori

“I controlli – ha sottolineato ancora il la Tardani – sono stati fatti e saranno fatti anche in futuro sulla vendita di alcolici perché ci sono stati episodi spiacevoli che hanno riguardato i giovanissimi e ricordo che vendere alcolici ai minorenni è reato. Anche questo fine settimana avremo dei controlli congiunti coordinati dalla Questura. E colgo l’occasione per ringraziare tutte le forze dell’ordine che stanno facendo un importante lavoro”.

“La movida non può essere una questione di Polizia”

“La movida, però – aggiunge il sindaco – non può essere considerata e gestita esclusivamente come una “questione di polizia”. Può essere considerata una risorsa che implica però la massima condivisione nella gestione del fenomeno tra tutti coloro che hanno responsabilità, nessuno escluso, famiglie in primis, istituzioni e associazioni con le quali stiamo già lavorando.

“Ccasi isolati”

Non vorrei però che venissero demonizzati tutti i giovani. Va specificato che parliamo di casi isolati. E va riconosciuto – conclude il sindaco – che ci sono centinaia di giovani che girano per la città nei fine settimana e che sono assolutamente rispettosi delle regole della civile convivenza. Laddove si verificano fenomeni che vanno oltre c’è sicuramente bisogno di un richiamo e di processi di educazione. Processi che dovranno nascere più che da una singola Istituzione, da un coinvolgimento generale, a partire dalle famiglie e dalle associazioni presenti sul territorio. Con l’Associazione Age, ad esempio, si è già svolto un primo incontro insieme alla Questura. Nella nostra città abbiamo una situazione tutto sommato sotto controllo e i fenomeni, ripeto isolati, stiamo cercando di affrontarli e gestirli nel modo più adeguato”.