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Orto Sole, 4 giovani strappano giardino in centro al degrado

Rivivere e riprogettare uno spazio verde in centro storico grazie alla permacultura: è questa l’idea dell’associazione Orto Sole, creata da quattro giovani, che hanno reso un giardino del quartiere centralissimo di Porta Sole a Perugia, dopo due anni di lavoro, di nuovo vivibile e pronto ad ospitare coltivazioni e nuove idee condivise.

Ci troviamo a ridosso delle mura medioevali sovrastanti la centralissima via Pinturicchio, nella zona del famoso Arco Etrusco: qui, poco distante dalla Biblioteca Augusta, si trova il giardino gestito, in comodato d’uso gratuito, dall’associazione Orto Sole. Un luogo ora ben curato, dopo mesi di lavoro, strappato alla vegetazione selvaggia e all’abbandono. Il giardino era divenuto una discarica abusiva, a volte un nascondiglio, tra i piccoli anfratti creati dalle pietre dei muri, per la droga di alcuni pusher.

A mettere in coltura da un po’ di tempo questi spazi verdi del cuore della città sono quattro giovani volenterosi, Salvatore Antonucci, Valentina Cucurachi, Charlène Barre e Eros Labanca, che hanno deciso di dare vita ad un’associazione di promozione sociale denominata Orto Sole. Il perché del nome è presto detto: i pezzi di terra che gestiscono si trovano infatti nell’antico quartiere di Porta Sole. I quattro giovani hanno così riprogettato lo spazio, rigenerato il suolo grazie all’impiego della permacultura, evitando di impoverirlo. Nel progetto è dunque prevista una lombricaia e una fungaia, grazie alle quali il terreno verrà aiutato a ‘produrre’; così come la creazione di un’area per bambini, di una zona didattica per bambini, di una serra abitabile per l’organizzazione di alcuni eventi, sfruttando la presenza di alcune costruzioni situate sotto gli archi in muratura che delimitano una parte del perimetro del giardino.

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Ma come è nata l’associazione Orto Sole? Eros Labanca, operatore Caritas e responsabile dell’opera segno diocesana “Sant’Anna dei Servitori”, così spiega: “il progetto della nostra associazione nasce dall’idea di quattro giovani ragazzi di ‘giocare’ con la natura anche in città – spiega –. Attraverso la gestione di un orto, situato nel centro storico di Perugia, Orto Sole intende creare una rete sociale che si occupi della cura dell’ambiente, della rivalutazione degli spazi verdi (pubblici e privati) in disuso. Lo scopo è quello di promuovere, non solo un’attività agricola nel rispetto della sostenibilità, ma anche di coinvolgere, in vari progetti, persone anziane o che versano in una particolare situazione di vulnerabilità, valorizzando le pratiche di inclusione sociale. Ognuno di loro può svolgere un lavoro in base alle proprie capacità. I progetti possono coinvolgere anche scuole e associazioni che condividono gli obiettivi di Orto Sole“.

Da martedì 6 settembre ha preso inoltre il via la campagna di crowdfunding per sostenere il progetto. Si tratta di una raccolta fondi per avviare le attività necessarie di Orto Sole, affinché il suo progetto decolli. Gli interessati possono consultare il sito www.eppela.com, dove troveranno il progetto dal titolo “Seminiamo sorrisi” e le modalità per contribuire alla sua realizzazione. Ogni sabato e domenica, dalle 9 alle 18, per tutta la durata del crowdfunding, e dunque fino al 14 ottobre, è possibile visitare lo spazio verde situato a metà scalinata di via delle Prome.

Le istituzioni hanno augurato buon lavoro ai giovani dell’associazione: tra loro il sindaco di Perugia, Andrea Romizi, ‘vicino di casa’ del giardino di via delle Prome, che ha promesso di aiutare il progetto. E c’è anche la Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve, che plaude all’iniziativa di Orto Sole, augurando buon lavoro a quanti già vi operano. I quattro giovani fondatori di Orto Sole sperano che l’associazione possa crescere, grazie all’adesione di nuovi soci: tra le sue finalità non c’è infatti solo la coltura degli orti, ma anche la loro cultura. Negli spazi verdi strappati alla vegetazione selvaggia, “gli associati potranno, oltre a beneficiare dei prodotti della terra, anche leggere un libro o fare una passeggiata. In particolar modo, si intende creare un’opportunità per persone socialmente e culturalmente fragili, affinché possano rimettersi in gioco e riagganciarsi ad una rete sociale grazie ad un ritrovato rapporto con la natura, all’interno del contesto urbano. Attraverso la creazione di eventi anche musicali, artistici, culinari, sportivi – concludono – si promuove una cultura del vivere bene, in natura e in socialità“.

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