Foligno

Orte – Falconara, la variante agita la politica | Il caso in consiglio regionale

Il tema del raddoppio della Orte – Falconara e della possibile variante agita il dibattito politico, con i sindaci di Nocera Umbra, Valtopina, Gualdo Tadino, Fossato di Vico che intervengono, alla luce dell’inserimento del progetto del Recovery Plan.

Il Consiglio dei Ministri all’interno del Recovery Plan approvato – dicono Giovanni Bontempi, Lodovico Baldini, Massimiliano Presciutti e Monia Ferracchiatoha individuato formalmente l’elenco delle priorità per quanto riguarda lo sblocco delle infrastrutture pubbliche da cantierare e realizzare perché considerate strategiche per il Paese. Fra tali opere figura giustamente ed inequivocabilmente il raddoppio ed il relativo completamento dopo decenni di attesa della tratta ferroviaria ORTE–FALCONARA che diventerà una linea veloce a servizio di cittadini ed imprese e nodo strategico nel collegamento per persone e merci”.

Serve un commissario ‘modello Genova’

I sindaci chiedono la nomina di un commissario, modello Genova e ribadiscono “la necessità di avviare la fase di gara per l’affidamento dei lavori rispetto al tracciato esistente ormai da tempo individuato e per il quale tutte le municipalità interessate si erano espresse già da tempo in modo favorevole. Chi oggi continua strumentalmente a riproporre ipotesi di variante rispetto al tracciato esistente ed immediatamente cantierabile, rischia seriamente di compromettere per sempre la realizzazione di un’opera che l’Umbria aspetta ormai da troppo tempo e che bisogna portare a compimento senza se e senza ma, così come è stata pensata e progettata.

Se vogliamo spendere presto e bene ed in maniera produttiva le ingenti risorse che arriveranno dall’Europa, dobbiamo farlo anche in Umbria in maniera seria, veloce, ascoltando le istanze del territorio, perdere un’occasione come quella che abbiamo di fronte per inseguire una fantomatica quanto cervellotica variante di cui da troppo tempo si parla, tutta da progettare con costi di gran lunga superiori e tempi non compatibili con le esigenze dei cittadini e delle imprese umbre, significherebbe creare un danno irreparabile all’Umbria ed al paese, che vedrebbero archiviata per sempre un’opportunità di sviluppo che tanti territori aspettano ormai da decenni, proprio nel momento in cui invece servirebbe correre e di gran lena verso la realizzazione del raddoppio”.

La mozione di Porzi (Pd)

La consigliera regionale dem Donatella Porzi, con l’idea di stanare la maggioranza che ha riproposto l’idea della variante, ha presentato una mozione a Palazzo Cesaroni per chiedere di “sostenere il progetto di raddoppio e potenziamento, promuovendo, nel neocostituito gruppo di lavoro, la necessità che il raddoppio venga effettuato nell’attuale tracciato”. Per Porzi infatti la variante “finirebbe per compromettere definitivamente la realizzazione di tale opera, con grave danno per le famiglie ed imprese umbre, affossando al contempo, irrimediabilmente, il tessuto economico dei comuni della dorsale appenninica posti lungo l’attuale tracciato, già duramente colpiti dalle crisi aziendali locali”.

Ronconi: “Mi auguro interventi di Nocera e Foligno”

Anche una ‘vecchia volpe’ come Maurizio Ronconi, consigliere regionale e onorevole, scende in campo contro l’idea della variante: “Grave che la Giunta regionale dell’Umbria abbia aderito al cervellotico progetto di un tracciato ferroviario alternativo alla Ancona Roma che superi la centralità del nodo di Foligno. Un progetto vecchio, non fattibile che ha l’unico pregio di rinviare alle calende greche il raddoppio della attuale linea ferroviaria. Stupisce e preoccupa la scelta della Giunta Regionale Umbra dettata o da insipienza o da una deliberata scelta non solo di danneggiare definitivamente la città di Foligno ma di dirottare gli eventuali finanziamenti del raddoppio verso altre opere. Mi attendo una reazione consapevole ma altrettanto chiara ed intransigente dalle amministrazioni comunali di centro destra di Foligno e di Nocera Umbra. Un silenzio acquiescente sarebbe grave quanto le scelte della Giunta regionale“.