Quattro soggetti, individuati nel gestore di una residenza per anziani di Terni e 3 operatori sanitari, fra cui un’infermiera, impiegati nella stessa struttura sono stati sottoposti agli arresti domiciliari dai militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Terni su provvedimento emesso dal G.I.P., dott. Pierluigi Panariello, su richiesta del P.M. Elisabetta MASSINI, per il reato di maltrattamenti commessi nei confronti dei pazienti. Altri 2 operatori sanitari sono stati colpiti dalla misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalle persone ricoverate nella stessa struttura e del divieto di comunicare attraverso qualsiasi mezzo con le stesse persone e con i loro stretti congiunti.
Accuse gravissime, non solo perché causa di lesioni personali su soggetti anziani ed indifesi, ma soprattutto perché provocate da quelle persone che dovevano occuparsi della loro assistenza.
La stessa casa di riposo è stata sottoposta a sequestro preventivo con successivo affidamento della custodia e gestione alla Azienda USL Umbria 2 di Terni.
Un’operazione avviata poco più di 3 mesi fa e proseguita anche grazie alla denuncia di alcune persone che operando all’interno della residenza non se la sono più sentita di tacere di fronte a certi episodi cui avevano assistito. Un’indagine complessa, che ha richiesto un diuturno lavoro di osservazione all’interno della struttura sanitaria, accompagnato da riscontri, pedinamenti, identificazione di persone.
Ne è emersa una realtà piuttosto inclemente per gli anziani e per i loro parenti: pazienti malati oppure lucidi e coscienti, se pur deboli e incapaci di reagire, venivano trattati senza alcun rispetto.
Approfittando della loro condizione psico–fisica, alcuni operatori, compresa la cuoca, percuotevano gli anziani con schiaffi, strattoni e morsi, procurandogli delle lesioni. In altri casi tiravano loro i capelli, gli gettavano in faccia l’acqua contenuta nelle brocche o nei bicchieri, lanciavano cuscini e tovaglioli, oppure gli facevano “il gesto dell’ombrello” o altri gesti osceni, toccandosi le parti intime; li deridevano minacciandoli di colpirli con scarpe od altri oggetti, infine li lasciavano per ore, “parcheggiati” in un angolo, senza alcuna compagnia, per zittirli. In altri casi erano sottoposti ad una sorta di supplizio cinese. Ogni minuto una botta in testa, magari leggera, ma ripetuta decine di volte per un’ora, un’ora e mezzo, così senza motivo; e non mancava chi, come il gestore di fatto della struttura, impartiva istruzioni di chiudere a chiave, nelle loro stanze, gli ospiti con particolari problematiche comportamentali. Ad essere contestate anche violazioni alle più elementari norme sulla sicurezza igienico-sanitaria degli alimenti, sull’igiene e la vigilanza: una malata di Alzheimer, lasciata libera di circolare è scivolata sul pavimento appena lavato rompendosi il femore.
Una difficile situazione anche per coloro che eseguivano le indagini, motivo per il quale la Procura, insieme alla Guardia di Finanza, ha deciso di intervenire il prima possibile, per evitare ulteriori maltrattamenti, verbali e fisici, lesivi della loro dignità.