Cronaca

Operazione Spada, dopo il blitz tra Coop e 5 Stelle è ancora “guerra”

Nessuna incursione o azione violenta. La versione dei dirigenti e dei dipendenti Coop sull’incontro/scontro con i 5 stelle durante la conferenza del 13 dicembre racconta un’altra verità:

Incursione, violenza, abusivo ingresso a casa d’altri, intimidazioni – scrivono in una nota i dirigenti e dipendenti coop ternane – queste sono le terminologie con le quali è stata appellata la nostra iniziativa. È bene chiarire che il trasparente Movimento 5 Stelle, nazionalmente noto per vere incursioni, assalti ai tetti, linguaggi violenti ed esaltata maleducazione, aveva indetto una pubblica conferenza stampa al terzo piano di palazzo Spada, ovvero la Casa comunale, ovvero dei Cittadini e non privata. Alla luce di ciò, in qualità di lavoratori e dirigenti delle coopsociali, ci siamo recati al terzo piano. La porta era aperta – proseguono nella loro ricostruzione dei fatti – è stato chiesto permesso e, messici seduti ove possibile, abbiamo invitato gli illustri astanti all’open-day delle coopsociali che si terrà nei primi di Gennaio”.

Il comunicato che porta le firme di Sandro Corsi, Stefano Notari, Antonio Sabatini, Innocenzo Bizzarri, Eleonora Bonoli, Roberto Crobu, Luciana Cuccu, Fausto Forgia, Sara Galli, Alessandra Pernazza e Fabrizio Proietti, prosegue con un attacco personale al consigliere regionale pentastellato Andrea Liberati, reo secondo i lavoratori coop di aver pronunciato frasi minacciose: “Vi continuerò a perseguire – avrebbe affermato Liberati secondo la ricostruzione dei dirigenti coop che però non trova il supporto dei tanti video che documentano lo scontro – e ancora; “considera normale che un cooperatore come lei sia ancora in quella posizione?”

Posizioni diverse, diametralmente opposte in alcuni punti. I dirigenti coop parlano di una persecuzione nei loro confronti messa in atto non dalla magistratura che sta indagando su tre degli undici firmatari del comunicato, ma dai 5stelle.

La lettera dei lavoratori coop si conclude con un appello e un auspicio: “Facciamo profondamente nostro l’appello del nostro Sindaco alla moderazione dei toni, al dialogo e rispetto reciproco. E’ però certo che come dirigenti e soci-lavoratori delle coopsociali non tollereremo allusioni, falsità ed ingiurie neanche velate alla propria dignità e onestà personale, lavorativa ed aziendale. E per questo agiremo, come nostro diritto, in tutte le sedi”.

La risposta di Andrea Liberati non si è fatta attendere e come prevedibile differisce su tutta la linea dalla tesi sostenuta dagli incursori: “Irrompere irritualmente e in massa presso gli uffici di un gruppo politico, portando di fatto un senatore, un consigliere regionale e i rappresentanti comunali del M5S a chiudere anzitempo una conferenza stampa; ripetere ossessivamente le stesse domande; attribuire impropriamente virgolettati; irridere reiteramente; distorcere la realtà; sono elementi più e meno incresciosi di un contegno che plasticamente tradisce nervosismo. 

Condotte – dice Liberati – che dunque rievocano anni lontani quelle adottate martedì 13 a Terni contro il M5S, infine bollate come ‘inaccettabili’ persino dallo stesso sindaco di Terni.

L’agonia che l’Italia sta subendo, dovrebbe viceversa imporre a magna pars della nostra classe dirigente un supplemento di umiltà. A seconda delle circostanze, sarebbero poi utili corsi accelerati sull’arte dell’uscire di scena con stile e misura. In punta di piedi.

In Umbria, quale residuale alternativa, agli interessati si suggerisce sommessamente di mantenere almeno un profilo basso, anche sospendendo opportunamente per il tempo necessario le proprie rappresentanze professionali apicali, a maggior ragione considerando la natura pubblica delle finalità perseguite e le relative risorse collettive incamerate.

Al contempo – conclude – si evitino nuovi quanto inutili atti di forza contro un libero Movimento civico di opposizione. Movimento che, a ogni livello, conformemente alla sua originaria missione, raddoppierà gli sforzi, le azioni di sindacato ispettivo e quanto altro nelle proprie possibilità istituzionali, nell’intento esclusivo di restituire a tutti i cittadini dell’Umbria quel che un’estesa mala gestio politico-amministrativa ha sottratto loro da diversi lustri”.