Intestavano schede a ignari clienti, per poi cederle al mercato all'ingrosso dello spaccio. Secondo i Carabinieri della Compagnia di Assisi, che hanno condotto le indagini che hanno portato lo scorso 24 ottobre all'arresto di 17 persone tra Umbria e Campania, è stato ormai accertato che i titolari di due negozi di telefonia mobile, uno a Monteluce e l'altro a piazza Grimana, hanno favorito attivamente il sistema di vendita all'ingrosso di eroina campana a Perugia.
Secondo gli inquirenti, sarebbero oltre tremila le shede emesse dai due negozi di telefonia con intestatari fittizi, cedute poi al gruppo che si occupava di gestire corrieri per far giungere la droga dall'hinterland napoletano a Perugia.
“In sostanza -chiarisce il capitano Andrea Pagliaro- i due indagati hanno fornito agli appartenenti dell’associazione sgominata dai Carabinieri di Assisi con l’indagine Iron oltre tremila schede di telefonia mobile con fittizi intestatari”.
Secondo Pagliaro, “si è accertato che i titolari dei due negozi sequestrati hanno fraudolentemente utilizzato i dati anagrafici di ignari clienti per generare schede telefoniche 'pulite' agli spacciatori”.
A seguito dell'indagine, le due attività sono state sequestrate preventivamente per ordine del giudice per le indagini preliminari, mentre ai due titolari sono stati notificati altrettanti avvisi di garanzia per i reati di sostituzione di persona, falsità in scrittura privata e trattamento illecito di dati personali.
Ulteriori indagini dovranno adesso far luce sui legami tra il gruppo criminale, che gestiva trasporti di droga bisettimanali, e i due titolari dei negozi, per capire le dinamiche e le dimensioni del sistema di spaccio emerso nell'operazione. (fda)
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