Categorie: Cronaca Perugia

Operazione Iron: sgominata associazione a delinquere. Smistava droga da Napoli a Perugia e provincia

Una vera e propria associazione a delinquere, strutturata in più livelli, con lo scopo di importare nella provincia di Perugia eroina proveniente dal capoluogo campano, per poi smistarla nelle varie città grazie ad una rete di spacciatori e tossicodipendenti locali.

E' questo il sistema smascherato in oltre un anno di indagini dai carabinieri di Assisi, che hanno fatto scattare ieri una maxi operazione in cui sono stati impegnati cinquanta militari, con l'ausilio di unità cinofile, in provincia di Perugia e nell’hinterland napoletano, e che ha portato all’arresto di 17 persone, di cui tre napoletani, undici magrebini e tre umbri, responsabili a vario titolo di associazione dedita al traffico di stupefacenti o di singoli episodi di spaccio.

L'associazione – Secondo la ricostruzione dei militari, giunta al termine di oltre un anno di indagini, al centro del sistema di traffico di droga c'era una vera e propria associazione a delinquere, composta da cittadini nordafricani. Il sistema di “importazione” della droga avveniva tramite corrieri, che venivano mandati a Napoli ogni due settimane per comprare eroina, da ingerire sotto forma di ovuli da portare a Perugia con un semplice viaggio in treno. Qui lo stupefacente veniva smistato nelle varie piazze dello spaccio -del capoluogo e degli altri centri della provincia-, direttamente da alcuni membri dell'associazione, oppure con l'ausilio di cittadini italiani, tossicodipendenti incaricati di singole cessioni in cambio di droga.

L'indagine – Proprio dal giardino di uno dei “venditori al dettaglio” è nata l'indagine che ha smascherato il sistema, quando i carabinieri di Assisi hanno trovato nel giardino di un 29enne italiano oltre trenta grammi di eroina. Dai controlli su un telefono in possesso del ragazzo, intestato ad un cittadino tunisino con numerosi precedenti per droga, sono partiti gli accertamenti sul gruppo di nordafricani.

Nel corso delle indagini, riferiscono i carabinieri, erano già stati arrestati cinque soggetti in flagranza di spaccio e recuperati 300 grammi di eroina, 250 pasticche di “suboxone” e 20 flaconi di metadone.

I fornitori – L'indagine lascia in secondo piano il ruolo dei fornitori dell'eroina, situati nell'hinterland napoletano. Secondo l'impostazione dei carabinieri, infatti, questi appaiono semplici rivenditori “all'ingrosso”, scelti autonomamente dal gruppo per rifornire il proprio circuito di droga. Non è chiaro al momento se ci possano essere in realtà collegamenti di altro tipo tra i vertici dell'associazione che operava in Umbria e i tre “fornitori” campani, finiti nel carcere di Poggioreale nella stessa operazione.

Il mistero delle schede – Al vaglio degli inquirenti resta anche la questione delle schede telefoniche utilizzate dal gruppo. L'ipotesi su cui sono in corso accertamenti -che se verificata potrebbe dare altra dimensione e porre altri interrogativi sul “sistema” venuto allo scoperto- è che alcuni negozi di telefonia mobile di Perugia abbiano favorito l'attività del gruppo, fornendo agli indagati oltre tremila schede di telefonia mobile con intestatari fittizi. Nell'ipotesi degli inquirenti, che stanno verificando se ci sono gli estremi per altri arresti per favoreggiamento, è che alcune attività potrebbero avere utilizzato i dati anagrafici di clienti ignari per creare schede “pulite” da cedere al gruppo di trafficanti.

Francesco de Augustinis