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“OPERAZIONE CLEANING”: SOLDI IN CAMBIO DI CERTIFICATI MEDICI PER SFUGGIRE AL CARCERE. LA PROCURA DI SPOLETO SVELA I RETROSCENA DELL'INCHIESTA

Sedici mesi di indagini, intercettazioni telefoniche ed ambientali. Venti i soggetti coinvolti: 11 agli arresti (10 già scontavano la pena in carcere), 9 gli indagati a piede libero. Circa 100mila euro (di cui 85mila euro accertati e documentati, 15mila euro il valore in oggetti preziosi) il giro di affari di quello che il Procuratore Capo della Repubblica di Spoleto, il Dott. Gianfranco Riggio, non ha esitato a definire un vero e proprio “sistema criminoso, con meccanismi abituali e collaudati”. Una vicenda che si è svolta all'interno del super carcere di Maiano e che ha avuto come protagonisti il Dirigente Sanitario della Casa di Reclusione, il Dott. Silvio Fiorani e dieci detenuti.

Il medico, 60 anni il prossimo 22 agosto, aveva messo in piedi, questa è l'ipotesi dell'accusa, con la complicità di un detenuto che lo assisteva nelle pratiche ambulatoriali ed infermieristiche, un vero e proprio business clandestino che ruotava intorno alla pratica delle certificazioni false firmate dal Fiorani, in cambio di un compenso economico o in regalie.

I certificati avevano lo scopo di far ottenere ai detenuti alcuni benefici come la semilibertà o, addirittura, la liberazione anticipata. Le patologie prescritte andavano dal mal di schiena alle difficoltà deambulatorie; ma c'è di più. Stando alle parole del Procuratore Riggio, il Fiorani dispensava ai detenuti una serie di consigli di comportamenti da tenere in occasione delle visite specialistiche a cui gli stessi erano sottoposti.

La brillante “operazione cleaning” dell'Arma dei Carabinieri e del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria, ha permesso che nessuno dei detenuti coinvolti ricevesse gli sperati benefici in ragione delle false certificazioni, il cui prezzo si aggirava tra i 25mila e i 30mila euro, compenso che poi veniva – come ha spiegato il Capitano dell'Arma dei Carabinieri Pasquale Megna – consegnato a mano o meglio “viso a viso”.

Il Dott. Fiorani è stato arrestato questa mattina intorno alle ore 7, mentre lasciava la propria abitazione per recarsi, ironia della sorte, nel Carcere di Maiano. Attualmente il medico è detenuto, per evidenti ragioni di sicurezza, in una Casa di Reclusione fuori dalla regione e di cui, non è stata svelata la località. Il medico, inoltre, ha nominato quale legale di fiducia l'avvocato Laura Fiorani.

I dieci uomini, di origine campana e calabra, raggiunti dai provvedimenti cautelari, stavano già scontando pene per reati vari e sono stati definiti “personaggi di spicco delle cosche della 'ndrangheta e della camorra”. Il regime della detenzione è quello dell'alta sicurezza che, per la precisione, non corrisponde al regime del 41 bis.

I nove indagati a piede libero sono anch'essi di origine meridionale e legati da vincoli di parentela con i dieci detenuti: a loro la Procura ha imposto il divieto di dimorare nella regione dell'Umbria.

Le intercettazioni registrate nella sala colloqui della Casa di Reclusione di Maiano, erano iniziate su delega della Dda di Milano che stava seguendo un'altra indagine e che, una volta preso atto della situazione, ha trasmesso il contenuto delle intercettazioni alla Procura della Repubblica di Spoleto.

Il Procuratore Riggio, infine, ha voluto sottolineare “il grande spirito di collaborazione che ha contraddistinto il lavoro dell'Arma dei Carabinieri e della Polizia Penitenziaria. Un'operazione che ha richiesto enorme professionalità e riservatezza, considerato il lungo periodo di indagine”. I complimenti del Capo della Procura sono andati anche ai Sostituti Procuratori Casucci e Albano.

(C.F.)

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