Operai a rischio sicurezza per manutenere la luce pubblica | Foto - Tuttoggi.info

Operai a rischio sicurezza per manutenere la luce pubblica | Foto

Carlo Ceraso

Operai a rischio sicurezza per manutenere la luce pubblica | Foto

Mar, 12/11/2024 - 08:30

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Una rondine non farà primavera, ma 6 (sei) lampioni della pubblica illuminazione manutenuti da operai appesi ad una scala, rappresentano più di una prova di come la sicurezza sui luoghi sul lavoro sia ancora una chimera.

La notizia arriva da due lettori di Tuttoggi che ieri pomeriggio, erano da poco passate le 15, hanno assistito esterrefatti alle operazioni condotte da due operai lungo Viale Marconi, nei pressi del ponte del torrente Tessino, a pochi metri dalla rotatoria per San Venanzo.

Dunque lungo una delle arterie più trafficate del comprensorio. Dove però nessuno si è accorto di nulla o, più probabilmente, ha preferito girarsi dall’altra parte.

Mentre i due tecnici si alternavano a sostituire lampade ad una altezza rilevante, se si pensa che la scala era  issata sulla carreggiata, e si sarebbe potuti cadere sul letto del fiume.

A denunciare il fatto, con tanto di fotografie, sono stati come detto un lettore e una lettrice di Tuttoggi che hanno ripreso in momenti diversi il pericoloso intervento.

Non è dato sapere per quale ditta siano impiegati gli operai, da qualche giorno impegnati nella riparazione degli impianti di illuminazione pubblica, di fatto mettendo in secondo piano la sicurezza del proprio operato.

Più che probabile che tali operazioni rientrino nell’appalto fortemente voluto dalla Giunta Sisti-Lisci, mediante convenzione Consip, e sulla cui reale economicità anche queste colonne avevano espresso forti dubbi.

Senza considerare la perdita di lavoro per la controllata ASe, la municipalizzata che fino a qualche mese fa provvedeva a tali tipologie di interventi. E sulla quale nessuno aveva mai avuto da ridire, quanto meno in termini di rispetto della sicurezza.

Un intervento come quello di ieri in via Marconi in altri tempi sarebbe stato effettuato – e dovrebbe essere ancora così – bloccando una carreggiata della strada, con almeno un operatore a controllare il traffico veicolare e un tecnico assicurato all’interno di un cestello elevatore per eseguire il lavoro in quota.

Che si sia trattato di una libera quanto pericolosa scelta degli operai o di una indicazione imposta dalla ditta non è dato sapere.

In uno degli scatti si intravede un camioncino con il cestello elevatore, che però non è stato usato dagli operai, probabilmente per guadagnare tempo e finire velocemente il lavoro, in barba appunto alla loro stessa sicurezza.

Probabilmente si tratta di una azienda subappaltatrice di quella che si è aggiudicata la Convenzione Consip. E qui si scopre un’altra vicenda, anche questa da far venire l’amaro in bocca.

Qualche mese fa infatti è stata subappaltata la manutenzione ordinaria dell’illuminazione pubblica di Spoleto mediante una gara alla quale, ironia della sorte, c’era chi sperava potesse partecipare l’ASe.

D’altra parte, durante la bagarre con i sindacati dello scorso inverno, più di un esponente del centrosinistra aveva assicurato che parte dei servizi di cui alla Convenzione Consip sarebbe “rientrata” all’ASe.

Peccato che la base di gara (poco meno di 60mila euro) non sia stata ritenuta congrua dal vertice della municipalizzata che fino allo scorso anno, per lo stesso servizio, contabilizzava costi per oltre 100mila euro. Inclusi, ovviamente, gli oneri per la sicurezza. Impossibile contattare l’amministratore unico di ASe, il telefono ha suonato a vuoto per tutto il tardo pomeriggio di ieri.

A quanto è dato sapere i quattro elettricisti che compaiono nell’organico dell’ASe continuano ad occuparsi della manutenzione della luce negli edifici comunali e nelle scuole di competenza.

Così mentre in Italia, non di meno nel mondo, si registrano modelli virtuosi di re-internalizzazione dei servizi, Spoleto, che fin qui aveva dato prova di saper contenere l’assalto dei privati (e non solo con l’ASe, basti vedere a Vus, Farmacie etc.), sembra aver preso la strada opposta. Basterebbe guardare a quanto avviene con successo da qualche anno a Briancon, Nizza, Amburgo, Leeds, Bristol, Vilnius. Persino nell’isola di Kauai (Hawaii) una cooperativa senza scopo di lucro voluta dalla locale istituzione, nel giro di una quindicina di anni è passata a produrre, trasmettere e distribuire energia.

Esempi virtuosi portati in palmo di mano anche da queste parti da quei movimenti e partiti che a chiacchiere parlano ogni due per tre di sostenibilità, ambiente, sicurezza sul lavoro, etc etc.

Capaci però di perdere la memoria alla bisogna.

© Riproduzione riservata

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