Il progetto nasce da un trio: il direttore del carcere di Spoleto Ernesto Padovani, che da 30 anni dirige il carcere in maniera esemplare e stimolante per i detenuti, l'artista iraniano Shahram Karimi, detenuto politico nell' Iran di Komeini da studente dissidente e Fiamma Arditi, che da sei anni organizza il Film Festival senza Frontiere. Quando Fiamma Arditi ha incontrato il direttore del carcere di Spoleto per proporre di portare il festival all'interno dell'istituto ha avuto la proposta del direttore di creare, invece, un film all'interno del arcere stesso.
Così Sharham ha potuto realizzare il film in collaborazione con 15 detenuti, con l'ausilio del suo assistente il suo assistente Maziar Mokhtari. Il video, della durata di 21 minuti, non si basa sui soliti luoghi comuni o sui monotoni monologhi, ma fa raccontare ai carcerati i loro sogni. La realizzazione del video non è stata facile, perchè inizialmente Shahram ha avuto mille limitazioni nel suo lavoro, dovute alla lingua, ai dialetti, ai limiti inevitabili all'interno di un carcere, ma una volta trovato il percorso per far convivere le strette regole del penitenziario con la libertà della creatività il risultato è stato fantastico.
Questo è il primo passo di un progetto più vasto: Karimi ha in programma di lavorare in altri tre istituti, per realizzare un film che dissolva i pregiudizi monolitici nei confronti di chi è recluso facendo invece venire fuori, in quegli esseri umani che si sono macchiati dei peggiori crimini i sogni, le aspirazioni, la poesia e il bisogno di redimersi.
Hanno partecipato i detenuti: Patrizio Corcione, Raffaele Iacovelli, Ettore Spagnuolo, Vincenzo Attanasio, Michele Cenicola, Salvatore Vicorito, Abramo Saulino, Giovanni Allagrante, Mario Trudu, Costantino Petito, Massimo Carderopoli, Dan Aham, Cosimo Cecconi, Rosario Di Bello, Gennaro Oliva.