E’ quanto è stato deciso dopo il sopralluogo compiuto lunedì dalla Soprintendenza, che in una nota congiunta insieme alla protezione civile regionale rassicura anche sui tempi di completamento delle Sae per gli sfollati del terremoto. Intanto, però, sulla regolarità del progetto del lotto C spuntano dubbi e verifiche. E sempre sul fronte dei terreni nell’area industriale ‘espropriati’ temporaneamente per ospitare strutture emergenziali, nelle ultime ore si registra un’altra novità: il Comune di Norcia ha infatti vinto il ricorso al Tar presentato da tre nursini proprietari di altrettanti lotti acquisiti dall’ente per realizzarvi negozi ed attività commerciali provvisorie.
I rinvenimenti consistono, allo stato attuale, nell’accertata presenza di 6 tombe a fossa arcaiche, di ambito quindi preromano (VII – VI sec. a.C.), maschili e femminili, con corredo ceramico e metallico, quest’ultimo di estremo interesse e accostabile a ritrovamenti simili nell’area (decorazione pettorale con pietre incastonate, scudi pettorali, punte di lancia e pugnali, vasellame bronzeo, etc.). Accanto alle fosse terragne è stato individuato anche un tumulo contenente almeno 3 tombe, ancora da indagare, con segnacoli di pietra scomposti.
In prossimità del perimetro del lotto, zona est, versante strada di Santa Scolastica, in concomitanza dei lavori di urbanizzazione per l’installazione delle Sae (fognature, acqua e gas e rete elettrica), dove lo scavo richiede maggiore discesa di quota, la Soprintendenza nel sopralluogo di lunedì ha richiesto saggi esplorativi per la definizione dell’area, ipotizzando anche, se necessaria, una parziale modifica al tracciato delle fognature. I tempi richiesti per gli approfondimenti conoscitivi sono assolutamente compatibili con le esigenze tecniche di prosecuzione del cantiere.
Le 9 tombe rinvenute, dopo eventuale approfondimento dello scavo stratigrafico, saranno rilevate e quotate e verrà asportato il relativo corredo funerario dopo la puntuale documentazione scientifica. La mappatura delle tombe, che verranno poi ricoperte con adeguate procedure di conservazione, servirà in seguito ad individuare con precisione, una volta rimosse le abitazioni di emergenza, l’area del rinvenimento per un ulteriore scavo estensivo. Il materiale di corredo asportato sarà oggetto di restauro e auspicabilmente, per le tombe più significative, sarà oggetto di esposizione. Sarà cura della Soprintendenza ABAP dell’Umbria fornire una puntuale comunicazione sul contesto rinvenuto, una volta elaborati e sistemati i primi dati di scavo.
Non ci sono invece irregolarità sulle procedure utilizzate dal Comune di Norcia nelle procedure di occupazione temporanea d’urgenza relativamente ai terreni, sempre nell’area industriale, in cui è prevista la delocalizzazione di negozi ed attività produttive. Lo ha stabilito il Tar dell’Umbria con una sentenza datata 1 settembre, mettendo così fine ad una querelle iniziata qualche mese fa, che aveva visto comunque già a maggio la revoca della sospensiva – dopo una guerra di ricorsi e controricorsi – da parte dei giudici del Consiglio di Stato, con i lavori che sono potuti iniziare in attesa del giudizio di merito.
A presentare ricorso al Tribunale amministrativo regionale erano stati 3 nursini, proprietari di alcuni lotti di terreno individuati dal Comune quali idonei per delocalizzare le attività produttive inagibili. Nel mirino dei ricorrenti in particolare c’era il decreto del Sindaco del Comune di Norcia n. 17 del 2 dicembre 2016, “notificato in data 5 dicembre 2016, con il quale alcune aree di proprietà dei ricorrenti sono state sottoposte a requisizione ed occupazione “temporanea” d’urgenza per essere destinate ad “area attività produttive”, nonché dei relativi accertamenti dello stato di consistenza e processi verbali di immissione in possesso del 10 dicembre 2016“. I giudici hanno ritenuto improcedibile il ricorso nei confronti di uno dei nursini il cui terreno a gennaio non era stato ritenuto più necessario alle esigenze e quindi era stato ‘restituito’ al proprietario. I ricorrenti sostenevano una carenza di istruttoria e la violazione dell’ordinanza del Commissario di Governo n. 7/2016 e delle ordinanze del Capo del Dipartimento della Protezione Civile nn. 388, 394 e 408 del 2016, lamentando, altresì, la “definitiva compromissione” dei terreni di loro proprietà e la conseguente riduzione dello “spazio vitale privato” intorno alle proprie abitazioni. Motivazioni che però sono state ritenute infondate dai giudici del Tar dell’Umbria. Che hanno così dato piena ragione al Comune di Norcia, difeso dagli avvocati Massimo Marcucci e Luisa Di Curzio.