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Online “JazzLife”, straordinario prodotto di Umbria Jazz che torna creativa come un tempo

Ci voleva una pandemia, con tutte le conseguenze del caso, per rivedere in grande spolvero la creatività di Umbria Jazz, che ormai riposava placida in qualche angolino nascosto della manifestazione. La kermesse umbra, prima ancora che internazionale, privata della sua specifica possibilità di espressione, i concerti appunto, ha ritrovato invece la radice della sua stessa esistenza dando vita ad un progetto straordinario quale è “JazzLife, La vita con la J maiuscola“.

Il Format innovativo

Si tratta di un nuovo format per web, tv e social media presentato da Umbria Jazz e promosso dal Ministero degli Affari Esteri per raccontare il patrimonio artistico e culturale del paese, attraverso gli occhi e le note di musicisti che rappresentano al meglio l’attuale panorama jazzistico italiano.

Quattro gli appuntamenti della prima serie, ciascuno con un filo conduttore legato a un progetto musicale e a una città dell’Umbria, sviluppati attraverso incontri con personaggi del luogo, enogastronomia, arte e storia.

JazzLife, quattro luoghi per quattro concerti

A far da colonna sonora alla narrazione sono la personalità e la creatività di musicisti come Fabrizio Bosso, Rita Marcotulli e Dado Moroni, Gianluca Petrella, Gabriele Mirabassi.

I quattro luoghi storici che fanno da scenario a suggestivi concerti sono legati alla lunga storia di Umbria Jazz: Perugia e Orvieto, sedi delle versioni estiva ed invernale del festival, Gubbio e Castiglione del Lago, tappe delle prime edizioni itineranti della manifestazione negli anni ’70.

Mancano altri luoghi iconici della kermesse ai suoi inizi come Villalago a Terni e Todi, ma probabilmente (e lo auspichiamo) faranno parte di una eventuale seconda puntata di JazzLife.

Cos’è dunque che rende particolarmente speciale questa iniziativa, oltre il fatto che UJ prende in mano seriamente la sua missione di ambasciatrice del Jazz nel mondo per conto dell’Italia e per la quale il MAE, ex-Mibact, aveva stanziato un apposito fondo a sostegno.

Intanto la curiosa quanto promettente assonanza nella pronuncia con le parole di una famosa canzone di Frank Sinatra That’s Life (è la vita).

JazzLife è la vita, e lo è ancora di più se si osservano attentamente i 4 docu-format (questo neologismo ce lo inventiamo noi) dove riusciamo a cogliere la stretta compenetrazione del genere musicale con le antiche pietre dei 4 luoghi in cui sono stati girati. Sembrerebbe una esagerazione interpretativa, ma assicuriamo che ha radici profonde nella filosofia che spiega la funzione del contenitore in rapporto al contenuto.

Musica che fa vivere i luoghi

Si può provare a trovare, o percepire almeno, il filo conduttore tra le note di squisita fattura “cosmica” di Gianluca Petrella, con il suo Cosmic Renaissance, liberamente ispirato alla storia musicale dello spaziale Sun Ra (sosteneva di essere stato su Saturno), e il luogo dove sono state suonate, davanti al Teatro Romano di Gubbio (II-I Sec. a.C.)

Come se si trattasse di una sorta di passaggio del testimone con la storica esibizione (1972) dei Pink Floyd all’Anfiteatro Romano di Pompei (Live in Pompei), c’è di che rimanere più che affascinati dall’idea della musica che vivifica il contenitore e lo rende nuovo e pulsante.

O la monacale esibizione in duo di Rita Marcotulli e Dado Moroni sul sagrato del Duomo di Orvieto, come se stessero eseguendo un rito religioso e per di più all’alba sferzati dal vento mattutino, ma suonando What a Wonderful World resa famosa da Louis Armstrong. Un inno laico davanti ad un dei monumenti religiosi più noti d’Europa e frutto del lavoro di sapienti costruttori medievali.

O le due torri difensive fortificate, il Cassero di Porta Sant’Angelo a Perugia con Fabrizio Bosso e la Rocca del Leone a Castiglione del Lago con Gabriele Mirabassi.

Due esempi diversi ma al tempo stesso eccezionalmente funzionali di come si lega una struttura nata per la difesa ad un gesto come suonare musica per diffondere ed unificare. Da una chiusura ad una apertura sul mondo. Non più nemici, ma solo amici, ognuno con le sue necessità e specificità, ma finalmente permeabili e non più “impermeabili”.

Bosso e Mirabassi, ovvero due artisti che nell’uso creativo e spirituale del soffio in uno strumento (rispettivamente trombettista e clarinettista), in questo progetto, hanno trovato una sorta di virtuoso parallelo con il leggendario soffio del Rabi Jehuda Löw ben Bezalel che dava così la vita reale al Golem. Come leggendarie sono le loro capacità di fraseggio, quasi una descrizione suonata della partitura.

JazzLife è anche That’s Life

Quattro interviste e quattro concerti di 45 minuti per quattro luoghi simbolo dell’Umbria e un magnifico prodotto editoriale frutto del lavoro creativo di Michele Baggio, girato a settembre 2020 e prodotto da Umbria Jazz.

Racconta Baggio: “Mi riempie di gioia che Umbria Jazz abbia sostenuto questo progetto perché è un’istituzione che reputo sia un riferimento decisivo nella storia musicale del nostro paese e della diffusione della bellezza artistico culturale dell’Italia nel mondo. Musicisti internazionali e non adorano venire al festival di Umbria Jazz per la sua atmosfera coinvolgente, la cucina dal non saziarsi mai e concerti a tutte le ore in luoghi storici straordinari.”

Guardare le bellissime immagini di JazzLife lascia una sorta di stupore nell’osservatore come quando si riguarda un vecchio filmino in super8 che parla di tempi molto lontani, con episodi di vita in cui si girava liberi per i vicoli delle nostre città e si mangiava al ristorante chiacchierando. Cose molto comuni ed antiche come tradizione in Umbria, dove lo scorrere del tempo diventa un dettaglio e non una urgenza. E tuttavia accadute solo pochi mesi fa.

Con un Carlo Pagnotta, finalmente libero dal ruolo ormai datato di dominus guascone (e qualche volta anche di più) della kermesse, che accompagna invece i musicisti a vedere la casa dove è nato, in centro a Perugia, e non rinuncia ad indicare con spiritosa prosaicità “…e quella è la finestra del bagno…”.

Ma come abbiamo detto prima JazzLife è anche That’s Life e la vita va avanti.

Umbria Jazz, ambasciatrice

Come deve andare avanti Umbria Jazz che in questo progetto ha ritrovato lo spirito creativo e aggregante di un tempo, che ha spazzato in un colpo solo alcuni anni di routine perniciosa (e di errori clamorosi) e che invece torna ad essere capace di produrre e promuovere una idea di musica, uno stile di vita, che può solo fare bene al nostro territorio e a tutto il paese. JazzLife è sicuramente il miglior prodotto di comunicazione che la Regione Umbria vede in opera negli ultimi 20/30 anni.

Ecco, proprio per questo si dovrebbe fare del tutto per non commettere gli stessi errori di un tempo. Ma soprattutto il progetto andrebbe esteso a tutti i luoghi di valore storico della regione. Ognuno di loro ha sicuramente la dignità per poter contenere questo genere musicale che tanto amiamo, e che nella sua seppur lontana origine culturale e nella sua straordinaria diversità compositiva è stato capace, proprio con JazzLife di far vivere secolari contenitori come se fossero dei giovincelli in pubertà.

Non si poteva sperare altro, per far sapere a tutti che in Umbria si può stare bene, proprio come prima.

Foto artisti: sito MAE pagina JazzLife

Foto location: repertorio TO