Categorie: Cronaca Perugia

Omicidio Rea, Parolisi a Perugia condannato a 20 anni

La Corte d’Assise d’Appello di Perugia ha condannato a 20 anni di carcere Salvatore Parolisi, l’ufficiale dell’esercito accusato dell’omicidio della moglie Melania Rea. Il ricalcolo della pena al ribasso per Salvatore Parolisi (condannato a 30 anni con rito abbreviato) era stato disposto l’11 febbraio scorso dalla Corte di Cassazione che aveva escluso l’aggravante della crudeltà per il militare.

L’imputato non era in aula. Salvatore Parolisi questa mattina ha scelto di non essere in aula. Il procedimento è approdato nel capoluogo umbro in seguito alla decisione con cui la Cassazione, il 10 febbraio, ha confermato la responsabilità nel delitto dell’ex caporalmaggiore dell’esercito. I giudici hanno però stabilito che è da eliminare l’aggravante della crudeltà. Compito che per questioni tecniche spetterà alla Corte di Perugia. Parolisi – difeso dagli avvocati Valter Biscotti, Nicodemo Gentile e Titta Madia – è stato accusato di avere ucciso con 35 coltellate la moglie Melania Rea, 28 anni, il pomeriggio del 18 aprile del 2011 in un bosco di Ripe di Civitella (Teramo). E’ stato processato con il rito abbreviato ed è attualmente detenuto.

L’iter giudiziario. Giudicato con rito abbreviato, concesso il 12 marzo del 2012 dal giudice Marina Tommolini, Parolisi viene condannato all’ergastolo il 26 ottobre del 2012. Il caporalmaggiore dell’Esercito viene condannato dai giudici di primo grado al massimo della pena, con isolamento diurno, per l’omicidio della moglie dal gup Marina Tommolini. A Parolisi il Gup commina anche tutte le sanzioni accessorie, compresa la perdita della patria potesta’ genitoriale, stabilendo inoltre il pagamento di una provvisionale di un milione a favore della figlia Vittoria e di 500mila euro per i genitori di Melania. Il 30 settembre 2013 arriva la sentenza di secondo grado: Parolisi viene condannato a 30 anni dalla Corte d’Assise d’Appello dell’Aquila per l’omicidio della moglie Melania Rea. Nel ricorso presentato dai suoi legali Walter Biscotti e Nicodemo Gentile, insieme anche al noto penalista Titta Madia, la difesa di Parolisi aveva chiesto alla Corte di Cassazione di annullare la sentenza di condanna.