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Omicidio Polizzi, “Valerio voleva pagare per uccidere Alessandro”

Julia aveva capito. Che quella vita, l’uso della cocaina e la relazione con Valerio, non erano la strada giusta per la felicità. Lo ha confidato ad un’amica che oggi durante la sua deposizione in aula lo ha riferito davanti alla Corte. “Julia era preoccupata”, ma non solo. Nell’aula Affreschi del tribunale di Perugia è andato in scena uno spaccato raccontato dalle vive voci di quei giovani che si ritrovarono i riflettori puntati addosso all’indomani dell’omicidio di Alessandro Polizzi. Droga, violenza, rapporti difficili.

Un sottobosco da periferia violenta, dove i conti vengono regolati con le botte. In questo contesto la relazione tra Valerio e Julia finisce e lui la tormenta, Alessandro decide di proteggere la giovane e un padre (che in più di un’occasione ha pagato anche i debiti del figlio, con cui ora divide la gabbia degli imputati in tribunale) decide di “dare una lezione” ai due ragazzi. E gli piomba in casa di notte mentre i due dormono e poi scappa. Quello che resta è il corpo di un ragazzo giovane e forte coperto di sangue e un processo per capire se Valerio Menenti fu mandante e se Riccardo Menenti agì con premeditazione e con la volontà di uccidere pistola alla mano.

Prima e dopo la droga. “Ricordo – afferma la testimone in aula – che il mio ex fidanzato mi disse che Valerio prima di iniziare a far uso costante di sostanze stupefacenti non era così, ma che anzi era un ragazzo tranquillo”. Ma c’è anche un dopo, un dopo la fine della storia con Julia quando “Un giorno mi disse Valerio – racconta sempre la giovane – di voler dare cento euro a un albanese e voler far ammazzare Alessandro, perché non ne poteva più di essere ‘braccato’ ”.

Un padre pronto a vendicare il figlio. Emerge poi il racconto di un amico di Valerio, ed ex fidanzato di Julia. “Ricordo che una volta litigai con Valerio per via di Julia. Poco dopo arrivò il padre che mi diede un violento schiaffo e mi mise una mano alla gola per difendere il figlio”. E qui il pm Duchini sente di poter affondare per cercare di dimostrare ancora una volta quel legame tra padre e figlio che potrebbe aver spinto il primo persino a commettere un omicidio per difendere il figlio: “Erano molto uniti e Valerio faceva spesso conto su suo padre. Riccardo era molto protettivo con suo figlio e a volte è successo che lui abbia pagato qualche debito di Valerio”.

Il medico. Sempre questa mattina è stato ascoltato anche il medico che medico e poi decise di operare Julia, il professor Auro Caraffa: “Il proiettile si stava spostando dall’avambraccio al polso, così abbiamo deciso di operarla in fretta. Aveva anche vistose ferite al volto”.

Il processo va avanti. In aula sempre i familiari di Alessandro e Julia quasi sempre accompagnata dalla madre. Gli imputati osservano silenziosi. Valerio oggi fissava i testimoni, molti dei quali suoi vecchi amici, oggi testimoni nel processo che deciderà il suo destino.