Riccardo Menenti non potrà lasciare il Comune di Todi, né avvicinarsi a Julia Tosti e alla famiglia di Alessandro Polizzi, il giovane ucciso nella notte tra il 25 e il 26 marzo del 2013, per il quale stava scontando l’ergastolo a Terni.
Le misure restrittive, in attesa del giudizio in Cassazione fissato per il 19 marzo, gli sono state notificate lunedì, nell’abitazione di Todi dove dimora dopo la scarcerazione per decorrenza dei termini, avvenuta lo scorso 10 gennaio tra le polemiche.
Un caso che aveva spinto il ministro Bonafede ad inviare gli ispettori al Tribunale di Firenze. I giudici fiorentini avevano quindi inviato le carte alla Suprema Corte, che ha fissato appunto l’udienza per il 19 marzo.
Ma nel frattempo, lamentavano i familiari di Alessandro Polizzi, Riccardo Menenti avrebbe potuto fuggire, non essendogli stata notificata alcuna misura restrittiva, neanche il divieto di espatrio. Misure restrittive (appunto l’obbligo di dimora a Todi ed il divieto di avvicinare le parti offese) che ora la Corte d’Appello di Firenze ha adottato dopo l’istanza presentata dai legali di parte civile.