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Omicidio Polizzi, familiari commossi in aula / Valerio, “voglio uscire”

Ha scritto di suo pugno una lettera in carcere, nella quale chiede di poter uscire di cella e essere messo agli arresti domiciliari. Così mentre la Corte d’Assise di Perugia si è riservata di decidere su questo punto, Valerio Menenti ha nel frattempo ottenuto di poter restare fuori dalla “gabbia” dei detenuti durante le udienze che lo vedono imputato insieme al padre Riccardo per l’omicidio di Alessandro Polizzi e il tentato omicidio di Julia Tosti. Sul merito della richiesta dei domiciliari la corte potrebbe pronunciarsi già nella prossima udienza, oppure qualora ritenesse di volerla accogliere comunicarla direttamente a Valerio in carcere.

Julia parlerà giovedì. Questa mattina in aula era proprio Julia che avrebbe dovuto parlare. L’unica superstite e supertestimone della “spedizione punitiva” con la quale Riccardo Menenti voleva “dare una lezione” ai due fidanzati per le botte ricevute dal figlio poche notti prima. L’omicidio di via Ricci, uno dei capitoli più crudi della cronaca perugina è entrato nel vivo del suo sviluppo processuale. Questa mattina in aula sono stati sentiti il padre e la madre di Alessandro e anche il fratello e la madre di Julia. La ragazza parlerà giovedì prossimo, quando nell’aula Affreschi del tribunale di piazza Matteotti si terrà una nuova udienza.

La violenza. Intanto questa mattina, in un contesto di comprensibile emozione la madre di Alessandro è salita a testimoniare, raccontando l’ultima cena di Julia e Alessandro insieme nella loro casa. Cena nella quale Julia raccontò ai genitori cosa Valerio le avesse fatto dal momento della loro separazione, raccontò delle violenze, di quando Valerio le ruppe la macchina. Un copione che si ripete anche nel racconto della madre di Julia.

La vita di Alessandro. Il quadro che si delinea della vita di Alessandro dai racconti dei familiari è quello di un giovane che aveva fatto preoccupare i genitori per lo stile di vita che aveva preso a condurre, fatto di locali, di orari improbabili e forse anche dell’uso di droghe, ma sempre e comunque con il rispetto degli orari di lavoro e forse, dopo il fidanzamento con Julia anche di una ritrovata regolarità. Poi quegli episodi di violenza con Valerio “non ti preoccupare che se le merita” disse una sera in casa Alessandro, ma il padre lo riprese cercando di convincerlo che avvocati e forze dell’ordine erano l’unica via da percorrere. La morte purtroppo per lui è arrivata prima che potesse convincersi della bontà di quei consigli.

Particolari inediti. Poi a testimoniare è stato il fratello di Julia che ha portato in aula un episodio inedito, ovvero il racconto che la sorella gli fece appena ricoverata in ospedale la mattina dell’omicidio. La ragazza confidò subito di aver saputo da Valerio che suo nonno aveva una pistola Beretta non registrata (proprio come l’arma del delitto ritrovata sulla scena dagli inquirenti) e anche che lei subito ebbe dei sospetti: quella figura col sottocasco che gli copriva il volto le ricordava Riccardo Menenti. La difesa obietta: questi particolari non erano mai stati raccontati dal fratello. Il pm Antonella Duchini sfodera un tecnicismo: è lecito contestare una testimonianza diversa da quella resa in precedenza, ma in questo caso si tratta di qualcosa di non detto prima e non di nuova versione. Il giudice da ragione alla pubblica accusa.

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