“Siamo innocenti!”. Lo hanno urlato ieri mattina a gran voce i due presunti basisti L.C., 44enne ternano e S.G., 60enne romano mentre venivano tratti in arresto dal Nucleo Investigativo della Compagnia dei Carabinieri di Terni. Suonava strano agli inquirenti che si sono occupati del caso Moracci il fatto che i 3 rumeni coinvolti nella rapina del 28 Aprile in via Andromeda n°1, zona Gabelletta, avessero agito da soli. “Non era casuale il fatto che i 3 rumeni, B.D. del ’72, E.C. del ’95, B.G. classe ’94 avessero preso di mira l’abitazione dei coniugi Moracci senza nessun supporto in città, – ha sottolineato il Colonnello Pier Luigi Felli – quindi abbiamo pensato immediatamente a dei complici e siamo entrati in azione”.
Le attività condotte con il metodo tradizionale. I Carabinieri hanno rintracciato i due presunti basisti attraverso testimonianze, controllo dei tabulati telefonici e pedinamenti. Grazie ai molteplici tasselli raccolti dal Nucelo Investigativo durante le indagini, dopo l’arresto dei 3 rumeni, anche i 2 italiani sono stati ritenuti colpevoli e complici dell’omicidio di Giulio Moracci, (l’anziano 91enne morto soffocato sul letto della propria abitazione), rintracciati e arrestati dall’Arma sulla base dell’ordinanza emessa dal GIP Simona Todelli. I due sono attualmente accusati di rapina, omicidio preterintenzionale e sequestro di persona.
I basisti. Si tratta di due cittadini di nazionalità italiana, rispettivamente L.C., 44 enne ternano separato e disoccupato già noto alle Forze dell’Ordine per reati contro il patrimonio e per spaccio di stupefacenti, e S.G., 60 enne romano, anch’esso con precedenti contro il patrimonio e rilasciato dal carcere di Rebibbia lo scorso Febbraio. Secondo i Carabinieri L.C. sarebbe stato molto più di un basista, ma un vero e proprio organizzatore del delitto commesso il 28 Aprile, infatti avrebbe fornito ai 3 rumeni provenienti da Roma i dettagli per compiere la rapina nell’abitazione in via Andromeda. Il ternano si sarebbe occupato d’individuare l’obiettivo, ossia i coniugi Moracci, una coppia d’anziani benestanti.
I dettagli dell’operazione dettati dal ternano. E sempre L.C., che conosceva bene la zona di Gabelletta poiché precedentemente residente in Via Omega, si sarebbe occupato dei contatti con i 3 rumeni provenienti dalla zona romana. Prima della rapina il ternano sembra avesse ospitato i malviventi e lo stesso complice romano a pranzo nella propria abitazione, accompagnandoli appena dopo, personalmente sul posto del delitto fuori dalla residenza dei Moracci, fornendogli inoltre il materiale necessario per legare Fioranna Fineschi e Giulio Moracci.
Nuovi risvolti della rapina. Lasciati davanti casa della coppia, sarebbe stato invece il romano ad aprire il cancello esterno dell’abitazione, a citofonare con la scusa di dover ”consegnare un telegramma”. Infatti secondo la testimonianza della signora Moracci, la persona che disse di dover consegnare il telegramma non aveva un accento straniero, bensì italiano/romano.
La rapina e l’omicidio in casa Moracci. A questo punto, mentre il rumeno D.B. del ’72 attendeva a bordo di una BMW nera (già avvistata nei giorni precedenti alla rapina da alcuni testimoni) con il motore acceso per darsi alla fuga, Fioranna Fineschi avrebbe aperto credendo al finto ”fattorino” e si sarebbe trovata davanti due individui a viso coperto. I due rumeni avrebbero così aggredito la coppia rendendoli il più possibile inoffensivi. Giulio Moracci in quel momento riposava nel proprio letto, senza scrupoli i due malviventi non avrebbero esitato a legarlo a pancia sotto, provocando così la morte del 91enne, ex imprenditore agricolo con vari problemi di salute. Incuranti di quanto accaduto e della povera moglie terrorizzata avrebbero ispezionato l’abitazione e raccogliendo via tutti gli ciò di oggetti di valore, dirigendosi verso la BMW. In quel momento sono intervenuti i Carabinieri che hanno tratto in arresto i 3 rumeni. Nel frattempo i basisti si erano allontanati dalla zona dell’omicidio.
La banda. Neanche la morte di un uomo innocente ha fermato la voglia dei due italiani presumibilmente coinvolti nel ‘caso Moracci’ dal progettare e mettere in atto altri ‘colpi’ nei giorni successivi. Furti e rapine sarebbero stati organizzati dal ternano e dal romano utilizzando altri uomini, mai gli stessi per non destare sospetti. Secondo la ricostruzione dei Carabinieri di Terni la rapina che si è conclusa con l’omicidio di Giulio Moracci era solo uno dei tanti piani studiati e segnati in calendario dalla banda.
Il sesto sospettato. Proseguono le indagini del Nucelo Investigativo dell’Arma dei Carabinieri di Terni condotto dal Comandante Pietro Petronio, secondo il quale si ipotizzerebbe la presenza di un sesto uomo complice del caso Moracci, un altro basista che avrebbe fornito informazioni più dettagliate alla banda sul tenore di vita dei due anziani.