“Meredith giustizia la deve ancora avere” chi parla è Rudy Guede, in un’intervista rilasciata dal carcere di Viterbo alla giornalista Franca Leosini per il programma di Rai3 “Storie Maledette” andata in onda ieri sera 21 gennaio. Il giovane ivoriano che è stato condannato ad una pena di 16 anni di reclusione (con rito abbreviato) per l’omicidio in concorso della studentessa inglese Meredith Kercher continua a professarsi innocente. Lo ha fatto per due ore, nel lungo resoconto della notte in cui Mez è stata uccisa. Ha raccontato di essere entrato quella sera nella casa di via della Pergola a Perugia, perchè la stessa Mez gli ha aperto la porta, di aver passato del tempo con lei sul divano della cucina, di aver avuto approcci di natura sessuale del tutto consenzienti e anche di non aver avuto un rapporto completo con la ragazza.
Ha descritto in ogni particolare il momento in cui si è diretto in bagno: di aver messo le cuffie dell’Ipod per ascoltare musica e anche che ad un certo punto grida strazianti hanno superato il rumore della musica che stava ascoltando a tutto volume. “Mentre ero dentro – racconta – suona il campanello e sento che Meredith litiga con Amanda Knox di cui riconosco la voce. Sono sicuro al 101 per cento fosse lei. Ho ascoltato tre brani con l’ipod quindi ci sono stato 10-11 minuti in bagno e poi ho sentito un urlo più forte del volume altissimo dell’ipod. Un urlo straziante”. Ha detto di essersi alzato e di aver raggiunto la camera della ragazza dove una figura maschile, prima di spalle, gli si è parata davanti “indossava un cappellino e una casacca della Napapijri” e che quella figura si è rivolta poi ad una donna che era nella stanza “andiamo ci hanno scoperto”, e che poi quelle due figure sarebbero uscite dalla casa e che lui osservandole dalla finestra avrebbe riconosciuto senza dubbio Amanda Knox.
Ma chi era l’altro? Rudy spiega che “aveva un forte accento del sud” e anche che all’epoca dei fatti non aveva idea di chi fosse Sollecito ma anche di essersi fatto un’idea in questi anni che, spiega, “Non devo dire io devo dire io, basta leggere la sentenza di Cassazione, per i miei presunti concorrenti. E la sentenza parla chiaro, dice che loro in quella casa c’erano”. E infatti la Cassazione scrive: “Pacifica la commissione dell’omicidio in via della Pergola, l’ipotizzata presenza nell’abitazione dei due ricorrenti non può, di per sè, essere ritenuta elemento dimostrativo di colpevolezza” e ancora , “la presenza di Amanda nella casa che fu teatro dell’omicidio è dato conclamato, alla stregua delle sue stesse ammissioni”.
Ricordiamo il principale passaggio della Cassazione che riprende la sentenza di assoluzione del 2011 della Knox e Sollecito
Nell’assoluta mancanza di tracce biologiche a loro riferibili nella stanza dell’omicidio o sul corpo della vittima, ove invece sono state rinvenute numerose tracce riferibili a Guede (…) Incontrovertibile è l’impossibilità che sulla scena dell’omicidio non fossero residuate tracce riferibili agli odierni ricorrenti, in caso di partecipazione all’uccisione della Kercher. Nessuna traccia ad essi imputabile è stata, in particolare, rinvenuta sulla felpa indossata dalla vittima al momento dell’aggressione né sulla sottostante maglietta, come avrebbe dovuto essere in caso di partecipazione all’azione omicidiaria.
La Cassazione accetta quindi che Amanda potrebbe essere stata nella casa come disse nella sua prima confessione, ipotizzando anche che avesse voluto “coprire Guede” accusando Lumumba, anche se non esiste prova di ciò. Quindi, Amanda, condannata per calunnia, potrebbe aver sentito rumori riferibili al delitto, ma nascosta nella propria camera o in cucina a causa della paura, e quindi non è imputabile per il reato di omicidio. Su Sollecito “resta forte il sospetto che egli fosse realmente presente nella casa di via della Pergola, la notte dell’omicidio, in un momento però che non è stato possibile determinare”, quindi, data l’assenza di prove sul corpo, tale momento potrebbe essere successivo o precedente all’atto di Guede. Quindi secondo questa sentenza: L’ivoriano avrebbe quindi commesso il delitto, Amanda avrebbe avuto una “connivenza non punibile” e Sollecito è estraneo al crimine.
Ma Rudy racconta anche dei minuti in cui ha trovato Mez stesa in camera, nel sangue. Dice di essere corso in bagno per tre volte a prendere asciugamani per tamponargli la ferita al collo, e di essere poi scappato dalla paura e di pentirsi ancora oggi per non aver chiamato i soccorsi “cosa che avrebbe fatto anche un bambino di sei anni”, dice. Però non lo fece, anzi scrisse sul muro “Meredith cerca di dirmi qualcosa af..af.. che poi cercherò di scrivere sul muro con le mani sporche del suo sangue”.
Ma l’intervista si conclude con il vero colpo di scena, l’ipotesi esposta dall’ivoriano di richiedere una revisione del processo. Oggi gli avvocati Valter Biscotti e Nicodemo Gentile intanto lasciano la difesa di Rudy Guede “rinunciano ai mandati difensivi di Rudy Guede ritenendo ormai esauriti tutti gli aspetti tecnico-processuali che lo hanno coinvolto nella vicenda dell’omicidio Kercher”. Nessun commento da parte dei legali sull’intervista rilasciata da Guede a “Storie Maledette”.
AGGIORNAMENTO DELLE 14.30
Chi interviene è invece l’avvocato Giulia Bongiorno, legale di Raffaele Sollecito. “Reputo di una gravità inaudita – ha sottolineato l’avvocato Bongiorno – il mancato rispetto di una sentenza ormai definitiva che ha accertato la totale innocenza di Raffaele Sollecito. Arrivata al termine di un lunghissimo calvario giudiziario, reso ancora più duro dall’amplificazione mediatica”. Per il legale “esiste un limite alla spettacolarizzazione delle vicende giudiziarie”. “E questa volta – ha concluso l’avvocato Bongiorno – è stato ampiamente superato”.
Raffaele Sollecito “avvierà un’azione di risarcimento danni” annuncia la Bongiorno dopo l’intervista di Rudy Guede a Rai3. Ha parlato invece di “fiera dell’effimero e della menzogna” l’altro difensore di Sollecito, l’avvocato Luca Maori. “Guede – ha aggiunto – pensa alla revisione? Si ma in peggio, visto che la giustizia lo ha ‘graziato’ infliggendogli solo 16 anni per un delitto tremendo come quello di Meredith Kercher”.
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