Categorie: Cronaca Perugia

Omicidio Meredith, per il Sostituto Comodi “imbarazzante la performance dei periti che hanno ricevuto l’incarico dalla Corte”

Le tracce del DNA di Sollecito presenti in camera di Meredith sarebbero un chiaro segno della sua colpevolezza: così la pm Manuela Comodi ha incalzato la Corte questa mattina durante la requisitoria dell'accusa nel dibattimento per il processo d’appello ad Amanda e Raffaele accusati di aver ucciso a Perugia la studentessa Meredith Kercher quattro anni fa. L’accusa ha da subito messo in dubbio il lavoro della Dottoressa Carla Vecchiotti dell’Università La Sapienza di Roma, incaricata dalla Corte d’Assise d’appello di Perugia, insieme al collega Stefano Conti, di svolgere nuovi accertamenti genetici nell’ambito del processo, i quali avevano dichiarato che il lavoro della polizia scientifica non era stato attendibile. La Comodi ha affermato che, nonostante i successi che la medicina genetica ha raggiunto, la Dottoressa Vecchiotti è stata incapace nello svolgere la sua perizia, e che il suo lavoro è stato tutt’altro che scientifico. La guerra contro i periti continua dunque: l’accusa ha riesaminato nel dibattimento tutte le prove cardine dell’omicidio. La Comodi ha ribattuto sulla presenza di tracce di amido sul coltello, ritenuto l’arma del delitto, prima attribuito ai resti del taglio di patate e pane, adducendole al fatto che i guanti in lattice utilizzati dai tecnici della polizia scientifica sarebbero all’interno cosparsi di talco, che a sua volta contiene amido. Sarebbe perciò infondata la tesi secondo la quale il coltello non sarebbe stato lavato dopo il suo naturale utilizzo. L’avvocato Mauri, per la difesa di Sollecito, si è opposto subito alle affermazioni della Comodi chiedendo la parola alla Corte. Il pubblico ministero si è poi soffermata a lungo sul gancetto del reggiseno di Meredith Kercher, sul quale sono presenti tracce di Dna di Sollecito che non potrebbero essere state rinvenute per contaminazione o per contatto precedente all’omicidio. Presenti in aula anche Patrick Lumumba, il padre e la madre di Amanda Knox. Sulle intenzioni dell'accusa nei confronti di Amanda e Raffaele non c' molto da dire oltre le parole della stessa Comodi, “Anche a prescindere dalle prove scientifiche, l'esito di questo processo non può che essere quanto meno la conferma della condanna di primo grado”. La condanna in primo grado era di 25 anni per lui e 26 per lei. Probabile la richiesta dell'ergastolo.

(AleChi)