Non vuole tornare in Italia per il processo. Amanda Knox è stata condannata in primo grado per l'omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher insieme all'allora fidanzato Raffaele Sollecito, entrambi assolti in secondo grado sono ora destinati ad un nuovo processo riaperto dalla sentenza di Cassazione. Ma la giovane americana, che ora lavora in una biblioteca e prosegue negli studi di lingue e scrittura, ha incontrato in questi giorni uno dei suoi legali perugini l'avvocato Luciano Ghirga. Proprio il legale in una intervista esclusiva al quotidiano La Nazione ha riportato le parole della ragazza: “Ho sostenuto 86 udienze e in decine di occasioni ho presentato dichiarazioni spontanee, che altro dovrei dire o fare di più”.
E' proprio Ghirga a spiegare i dubbi della giovane di Seattle: “Amanda non capisce come sia processualmente possibile che una cosa sia prima nera, poi bianca e ora di nuovo nera e comunque – ha aggiunto – non sta fuggendo da niente”. “Sono libera e presunta innocente, la mia è solo una scelta processuale di affidarmi completamente ai miei difensori” avrebbe detto ancora la Knox al suo legale. “Non voglio sfuggire al nuovo processo che mi attende, ma non torno in Italia perché non capisco”
Il nuovo processo di appello si andrà a celebrare il 30 settembre a Firenze.
Parla il legale della famiglia Kercher. Secondo l'avvocato Francesco Maresca ” la presenza di Amanda è dovuta per l'importanza del processo e per il rispetto dovuto alla Corte di Firenze e alla povera vittima di cui non si parla mai”. Secondo il legale sono “inopportune” le motivazioni della studentessa di Seattle “di fronte a una sentenza importante come quella della Cassazione” che ha disposto di celebrare nuovamente il giudizio di secondo grado. “E' un diritto della Knox – ha detto Maresca – di essere contumace ma questo suo atteggiamento di sentirsi vittima della giustizia è ormai intollerabile”.
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