Nessun risarcimento per Stefania Leonardi, vedova del carabiniere folignate Emanuele Lucentini, ucciso dal suo collega Emanuele Armani, proprio all’interno del piazzale della caserma dei Carabinieri di via Garibaldi, il 16 maggio del 2015, e purtroppo ecco che all’incommensurabile danno si aggiunge anche la clamorosa beffa. Armeni è stato condannato a settembre scorso con sentenza definitiva a 18 anni di reclusione per omicidio volontario.
Si riaccende lo strazio per una morte incredibile, quella del militare cinquantenne, originario di Tolentino nelle Marche ma da sempre conosciuto ed amato in città e nell’intero comprensorio.
La vedova ha di nuovo urlato tutto il suo dolore in una recente puntata della trasmissione “La Vita in Diretta” in onda su Rai Uno.
“Siamo stati risucchiati dalla corrente della burocrazia legale con tutto ciò che ne consegue a livello emotivo ed economico, senza ricevere ancora, ad oggi alcun risarcimento” ha dichiarato alle telecamere della Rai.
“Il caso era chiaro fin dall’inizio – ha spiegato in trasmissione – ma ci sono voluti quattro anni e migliaia di euro, per definire la vicenda e cioè che Emanuele Armeni voleva uccidere”.
Omicidio Lucentini, per Armeni condanna definitiva a 18 anni
Secondo la vedova infatti, il collega Armeni poteva essere fermato prima, “vista l’inclinazione emersa durante il processo a puntare per gioco le armi da fuoco contro i colleghi”.
“Un delitto di estrema gravità – ha ribadito Stefania Leonardi – proprio perché commesso da un appartenente all’Arma dei Carabinieri contro il suo collega”.
I giudici avevano previsto 500mila euro di provvisionali subito esecutive, ma la famiglia non ha ricevuto nulla, perché l’assassino risulta nullatenente.