Indennizzi ad Arma e Ministero della Difesa. Dovrà pagare anche il proiettile sparato
Il carabiniere Emanuele Armeni, condannato a 18 anni di reclusione per l’omicidio del collega Emanuele Lucentini, è stato condannato dalla Corte dei Conti a risarcire un danno di 53mila euro nei confronti del Ministero della Difesa e dell’Arma dei Carabinieri.
Il conteggio dei risarcimenti: anche il proiettile sparato
Second i magistrati contabili, il danno contestato è di 38.311 per equo indennizzo corrisposto alla vedova dell’ucciso, 7.853 euro per le spese funebri pagate dall’Arma dei carabinieri, 2.100 euro sussidio urgente alla vedova, 1.777 per emolumenti retributivi corrisposti dopo il decesso del 16 maggio 2015, 3.016 per le spese di formazione del detenuto sostenute dall’Arma, 529 per il costo delle due pistole mitragliatrici Beretta in detenzione, confiscate a seguito del fatto, 0,19 per il costo del proiettile sparato; 11,21 per gli altri proiettili rimasti nel caricatore e 19 per i cento proiettili usati nelle prove balistiche.
Non accolte le contestazioni della difesa
La Corte dei Conti, nella decisione, ricorda che sulla domanda pendeva un ricorso al Tribunale civile, che aveva rimandato in attesa dell’espressione dei magistrati contabili. Nel dispositivo vengono ricostruite anche tutte le contestazioni della difesa di Armeni, che però vengono tutte rigettate.