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Omicidio di via Ricci: Valerio davanti al Pm nega di essere il mandante dell'omicidio di Alessandro Polizzi – Padre e figlio ora in carceri diverse

Sara Minciaroni

Ha negato ogni coinvolgimento con la morte di Alessandro Polizzi. Questa mattina Valerio Menenti davanti al Pm Antonella Duchini, ha parlato, confermando di fatto quanto aveva sempre dichiarato anche davanti ai microfoni.

“Quella notte ero in ospedale”, ma non solo, il tatuatore di Ponte San Giovanni ha anche negato di essere stato il mandante dell’omicidio, di aver mai posseduto le chiavi del portone della palazzina dove viveva Julia e anche di essere mai stato in vita sua al “Compro Oro” di Perugia.
E proprio le dichiarazioni spontanee della commessa del “Compro Oro” sono tra gli elementi alla base della “tesi del mandante”. La donna raccontò di averlo sentito pronunciare la famosa frase “conosco un tizio che conosce uno che queste cose le fa” e ancora “tu non preoccuparti tanto io sarò in ospedale”.

Richiesta di scarcerazione. Tre elementi, i tre pilastri delle accuse contro di lui sono quelli che verrebbero meno dalle nuove dichiarazioni del ragazzo che quando comparve per la prima volta davanti al Gip scelse di non rispondere. Ma oggi queste sue dichiarazioni potrebbero avere uno scopo difensivo, quello di portare i suoi legali Luca Patalini, Alessia Papi e Massimo Krogh a richiedere la scarcerazione del ragazzo.

Sulla scia del padre. Ha seguito per filo per e per segno la linea già tracciata dal padre che una volta “inchiodato” dalle tracce nell’appartamento di Via Ricci ha spiegato che nella sua “spedizione punitiva” di quella notte non vi era alcuna premeditazione. E se non c’è premeditazione nell’aver deciso di “dare una lezione” alla giovane vittima ed alla fidanzata Julia Tosti allora, secondo la tesi difensiva, viene meno anche l’ipotesi che vi possa essere stato un mandante.

Riccardo trasferito a Terni. Due ore, tanto è durato l’interrogatorio nel carcere di Capanne. Quello dove dall’11 aprile padre e figlio si trovavano rinchiusi perché sospettati dell’efferato crimine. Ma le loro sorti da qualche giorno si sono divise. Riccardo Menenti infatti è stato trasferito nella casa circondariale di Terni a Vocabolo Sabbione. Valerio ora è in cella da solo senza la rassicurante presenza del padre.