Sara Minciaroni
Un colpo. Il killer di via Ricci ha sparato dritto al petto di Alessandro Polizzi. La pallottola ha perforato il polmone non lasciando scampo al ragazzo. Ma prima di morire il giovane appassionato di arti marziali ha lottato con il suo assassino. Lo conferma anche l'autopsia che ha rilevato segni di colluttazione al collo , alle braccia e alle mani del giovane.
Julia ricorda i momenti dell'aggressione. Julia, uscita dall'ospedale ha provato a descrivere quei drammatici momenti, avrebbe raccontato di aver sentito i colpi con cui l'uomo incappucciato ha sfondato il portone. Che questi li avrebbe raggiunti in camera, mentre erano ancora a letto. Che il killer avrebbe sparato ad Alessandro, ma che poi il fidanzato, prima di cadere a terra nel corridoio in una pozza di sangue, avrebbe cercato di difenderla dall'assassino. La pallottola entrata e poi uscita dal torace di Alessandro potrebbe essere la stessa che poi ha ferito la ragazza al braccio. Sarà la balistica a dare risposte per quello che ancora appare un delitto dai contorni fumosi.
Ale ha lottato. Dopo la lotta contro il giovane l'assassino ha infierito anche sulla ragazza, l'ha picchiata alla testa con un oggetto contundente, ma fortunatamente le grida strazianti della diciannovenne avevano già richiamato l'attenzione dei vicini spingendoli alla telefonata di soccorso al 113 e al 118. L'assassino a quel punto si è dato alla fuga. Lasciando dietro di se, abbandonata a terra l'arma del delitto.
Gli indagati. Gli unici due indagati al momento per l'accusa di omicidio aggravato e tentato omicidio sono Valerio Menenti, ex ragazzo della giovane e suo padre Riccardo. Diverse le perquisizioni eseguite nei giorni scorsi nelle loro case di Ponte San Giovanni e di Todi oltre che nello studio di tatuaggi del ragazzo. Sempre su di loro eseguito anche l'esame stub. Quello per rilevare la presenza di polvere da sparo. Un'iscrizione tecnica, la definiscono dalla procura, utile a fornire le garanzie di difesa a fronte degli esami irripetibili che sono appunto lo stub e l'autopsia.
Il terzo uomo. Ma gli inquirenti si muovono a 360 gradi. Si segue anche la pista di un terzo uomo. Qualcuno, che per ragioni ancora tutte da comprendere avrebbe potuto desiderare la morte dei due ragazzi. Ma anche su questo c'è tutto da chiarire. Chi era l'obiettivo primario del killer? Alessandro ? Giulia? Entrambi?
L'alibi. La famiglia Menenti respinge ogni accusa. Valerio era in ospedale al momento del delitto. Con diversi traumi e in attesa di essere operato per quelle lesioni riportate nella rissa del venerdì precedente. Quando fuori da un locale perugino lo stesso Alessandro ed alcuni amici lo avrebbero pestato a sangue. Ci sono una denuncia a fissare questo momento e diverse testimonianze. Il padre invece ha sempre dichiarato, confortato anche dalla testimonianza della moglie Tiziana, di non essersi mai mosso dalla loro casa di Todi quella notte.
La fiaccolata. Ieri a Ponte San Giovanni si è svolta la fiaccolata in ricordo di Alessandro, “Il Guerriero”, come lo chiamano gli amici. Un lungo corteo fatto di luci, musica e cori. Un momento denso di emozioni, anche contrastanti.
Il messaggio di Julia. Ma su tutto commuove il messaggio che Julia appena uscita dall'ospedale ha lasciato sulla pagina facebook del suo grande amore: “amore…mi dicevi sempre che dovevo tirare fuori il carattere le palle…perchè ero troppo fraglie…come diceva te una bambaciona…ma ora cicalino tirerò fuori tutta la forza che è dentro per renderti giustizia amore…ORA SONO IO LA TUA GUERRIERA….e te lo so che combatterai sempre al mio fianco…nessuno ci dividerà mai…lo dicevamo sempre eravamo perfetti insieme e sempre sarà…abbiamo combattuto e continueremo a farlo mano nella mano TI AMO ♥”.
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