C’è un fermo per l’omicidio di Obi, il giovane 21enne originario del Bangladesh scomparso a Spoleto una settimana fa e il cui cadavere, fatto a pezzi, era stato ritrovato all’interno di un sacco abbandonato nel quartiere Casette di Spoleto, tra i giardini pubblici e il tracciato ferroviario nella serata di lunedì 22 settembre. Il fermato è l’amico ucraino chiamato “Dimitri” (nella foto di copertina, tratta dal Tgr Umbria), cui si è arrivati grazie alle testimonianze di alcune persone e alle immagini di sorveglianza. Sospettato sin dai primi momenti del ritrovamento del corpo, insieme alla bici elettrica di Bala Sagor (questo il vero nome dell’aiuto cuoco ucciso), Dmytro Shuryn, classe 1992, era stato indagato a piede libero fino a mercoledì sera, quando è scattato l’arresto in carcere.
Le attenzioni degli inquirenti si erano concentrate su di lui sin dal momento in cui era stata denunciata la scomparsa di Obi, che viveva in una struttura dell’Arci a Sant’Angelo in Mercole e che lavorava in un ristorante del centro storico. Gli amici del ragazzo avevano infatti riferito che giovedì mattina, prima della scomparsa, il 21enne avrebbe incontrato proprio l’ucraino (che compirà 33 anni a dicembre). Nell’appartamento al civico 27 di via Pietro Conti i carabinieri della Compagnia di Spoleto e quelli del Ris, insieme al procuratore capo Claudio Cicchella sono stati a lungo ad analizzare possibili tracce di sangue. Hanno ispezionato anche la cantina e posto sotto sequestro una Lancia Y nella disponibilità di Dimitri, che però pare non utilizzasse mai visto che si recava a lavoro sempre a piedi. Ma non è apparso alcun elemento evidente che facesse pensare che l’efferato omicidio e il sezionamento del corpo sarebbe avvenuto nella palazzina a pochissima distanza dal luogo di ritrovamento dei resti umani. E non c’è al momento alcuna traccia delle altre parti del corpo che mancano all’appello.
Ad incastrare il presunto assassino – accusato di omicidio aggravato, distruzione o soppressione di cadavere e occultamento – sono state le telecamere di videosorveglianza della zona, tra cui quelle dell’abitazione adiacente alla “pista” di via Primo Maggio, dove è stata fatta la terribile scoperta. Ma ancora non si trovano gli altri resti di Obi, ucciso forse a coltellate. Né, appunto, è chiaro il luogo in cui il 21enne è stato ucciso. L’omicidio potrebbe risalire alla stessa giornata del 18 settembre: il bengalese è stato visto per l’ultima volta intorno alle 11 del mattino. Giorno in cui Dimitri si è recato regolarmente al lavoro, in un ristorante del centro dove lavorava da qualche mese (dopo che in passato era stato collega di Obi in un altro) intorno alle 16, apparendo tranquillo; così come ha fatto nei giorni successivi. Sentito come persona informata dei fatti, agli inquirenti avrebbe detto di non aver visto il 21enne giovedì scorso, mentre le persone vicine alla vittima avevano raccontato che si sarebbe dovuto vedere proprio con lui. Una volta che è stato ufficialmente indagato, difeso dall’avvocato Aiello, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Rimanendo libero, prima della misura cautelare scattata nelle ultime ore.
A dare notizia del fermo è stata una nota della Procura della Repubblica di Spoleto diffusa nelle prime ore del 25 settembre. In cui si comunica che “all’esito delle indagini avviate dopo la scomparsa di Bala Sagor, e il successivo rinvenimento del suo cadavere, nella serata di mercoledì 24 settembre è stato disposto il fermo dell’indagato Shuryn Dmytro, nato in Ucraina il 9.12.1992, cui sono stato contestati i delitti di cui agli artt 81 cpv, 575, 411 e 412 codice penale. La decisione è stata assunta dopo avere raccolto gravi indizi in merito al coinvolgimento dell’indagato nell’omicidio e nel successivo “depezzamento” del cadavere.
Decisive al riguardo – riferisce la Procura – sono state le informazioni fornite dai conoscenti della vittima e dai vicini dell’indagato. Riscontri univoci inoltre sono emersi dall’esame dei filmati estrapolati dagli impianti di videosorveglianza presenti lungo le vie cittadine e nelle abitazioni private ubicate nei pressi del luogo in cui è stata rinvenuta la salma e la bicicletta in uso alla vittima. Le indagini proseguono per giungere al rinvenimento delle altre parti del corpo della vittima occultate dall’indagato. Per l’esecuzione del fermo sono state delegate la Compagnia Carabinieri di Spoleto e la sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica. Il fermato è stato condotto presso la Casa di Reclusione di Spoleto”.
Ora, come detto, si continuano a cercare elementi utili all’indagine. Nelle prossime ore gli inquirenti dovrebbero tornare nell’appartamento di via Pietro Conti alla ricerca di tracce di sangue che finora non sarebbero state trovate. Così come inutile si è rivelata l’analisi dei bidoni dell’immondizia, con i carabinieri che hanno “scortato” il personale della Vus nella raccolta della differenziata nella zona intorno ai giardinetti di via Primo Maggio. Nel primo pomeriggio di ieri il personale di Rfi è intervenuto anche per ripulire dalla vegetazione l’area più vicina ai binari, alla ricerca di qualche elemento utile. L’esito però non è stato positivo. A mancare, oltre appunto a parte del corpo (in particolare gli arti), è il cellulare del 21enne.
Da chiarire anche il movente. Secondo alcune testimonianze Obi potrebbe aver prestato del denaro in passato a Dimitri, ma cifre che non sarebbero state particolarmente rilevanti e tali da essere alla base di un delitto così efferato.
[Sara Fratepietro – Flavia Pagliochini]
(articolo in aggiornamento)