Claudio Bianchini
Sulla vicenda della badante uccisa a Foligno, comincia a stringersi il cerchio: ancora nessuna traccia del marito Giovanni Miceli, ma intanto, così come ipotizzato sin dalle prime ore dagli stessi inquirenti, è spuntato il complice.
Tunismo complice per occultamento – A dargli una mano, un tunisino residente in una frazione di Foligno. L’uomo, amico dell’artigiano 67enne, si sarebbe presentato spontaneamente allo forze dell’ordine nella notte tra ieri e martedì, alle quali avrebbe resto una lunga e dettagliata versione dei fatti. I carabinieri mantengono il più stretto riserbo sul contenuto del colloquio.
Pensava si trattasse di rifiuti – Il tunisino a quanto sembra avrebbe a disposizione un furgone, proprio quello utilizzato per trasportare il corpo della povera 62enne badante ucraina, Olga Dunina. Il nordafricano avrebbe confessato di aver agito in assoluta buona fede, chiamato dal Miceli, che gli avrebbe chiesto di aiutarlo a disfarsi di uno scatolone pieno di rifiuti, da abbandonare ed occultare in zona. Probabilmente avrà lasciato credere si trattasse di rifiuti ingombranti o particolarmente ‘scomodi’ dei quali disfarsi. Per questo aiuto, chiesto con la scusa di non voler pagare lo smaltimento, Miceli avrebbe versato una cinquantina di euro. Un’operazione comunque illegale, senza il minimo senso civico, ma comunque non grave come l’occultamento di cadavere. Ad ogni modo, la testimonianza del complice pare aver convinto gli inquirenti.
Olga uccisa e tenuta in casa – In base alle prime ricostruzioni, la donna sarebbe stata uccisa un giorno o forse due giorni prima dell’occultamento, proprio nella stanza dell’appartamento al terzo piano del condominio di via Petrucci 17 nel centro storico di Foligno. E’ probabile che l’uomo, nella nottata tra sabato e domenica scorsa, le abbia infilato un foulard in gola per impedirle di urlare, tramortendola subito con un forte colpo alla testa. La spranga, secondo alcune ipotesi, potrebbe essere stata gettata in un cassonetto o nasconda in qualche posto ritenuto sicuro dall’assassino. Nelle ore successive l’omicida avrebbe progettato sin nei minimi dettagli l’occultamento del cadavere.
Slitta l'autopsia sul cadavere – L’autopsia verrà rinviata alla prossima settimana dal medico legale Sergio Scalise, nel frattempo resterà conservata in una cella frigorifera all’istituto di medicina legale del capoluogo. Giovanni Miceli è stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio volontario e per tale motivo avrebbe diritto a nominare un suo consulente di parte per effettuare gli esami autoptici.
Miceli potrebbe diventare latitante – Gli inquirenti sono ancora sulle tracce del marito, originario della Sicilia, ma per lungo tempo residente a Roma dove vivono il figlio, l’ex moglie, i nipoti e alcuni familiari. Il segnale del suo cellulare sarebbe stato intercettato da una cella proprio nell’area romana ed il figlio è già stato sentito per ore. Appare pertanto ipotizzabile che qualcuno stia coprendo la sua fuga, a meno che non abbia deciso un gesto estremo, togliendosi la vita. In ogni modo, qualora non venisse rintracciato, sarà dichiarato latitante e qual punto si potrà anche procedere alla prevista autopsia.