Lo aveva già annunciato il legale difensore della famiglia Raggi, Massimo Proietti, nel corso di una conferenza stampa, e, questa sera, Diego Raggi, fratello di David, è intervenuto in diretta alla trasmissione radiofonica “La Zanzara” per confermare che saranno avviate due citazioni a giudizio nei confronti della Presidenza del Consiglio Dei Ministri e Della Giustizia. Secondo quanto sostenuto dall’avvocato, e da Diego Raggi, Aziz, l’assassino, non avrebbe dovuto trovarsi in stato di libertà perché già condannato a 6 anni e 8 mesi di carcere per reati precedenti e non avrebbe dovuto trovarsi in Italia perché non provvisto dei requisiti necessari per ottenere lo status di rifugiato.
Cruciani e Parenzo (i conduttori della trasmissione radiofonica, ndr) hanno fatto la domanda più scomoda che Diego potesse aspettarsi “Come soltanto dopo un anno chiedete un risarcimento allo Stato di 2 milioni di euro? Si potrebbe pensare che lo facciate per soldi”. Diego ha risposto con il contegno e l’intelligenza che lo hanno sempre contraddistinto anche immediatamente dopo il tragtico fatto di sangue del quale è rimasto vittima David: “A noi non interessano i soldi – ha spiegato Diego – ma interessa combattere contro un sistema di leggi che, grazie al rito abbreviato, impediscono alle parti lese di intraprendere azioni legali adeguate. Quei soldi saranno destinati in beneficenza o all’istituzione di una fondazione con il nome di David, attraverso la quale cercheremo di portare avanti la nostra battaglia per legalità. Mi farei schifo se dovessi spendere anche un solo euro sulla pelle di mio fratello”.
“Non mi interessa che Aziz fosse marocchino, avrei fatto la stessa battaglia se fosse stato un ternano – spiega ancora Diego dimostrando grande lucidità, sensibilità e umanità nel non strumentalizzare l’omicidio del fratello – sono impegnato in prima persona nella lotta al razzismo e non ne faccio una questione di nazionalità. Mi è nato un figlio da 10 giorni, lotto perché voglio che in futuro sia libero di andare in giro senza aver paura”.
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