Categorie: Cronaca Perugia

Omicidio Cenerente: A dicembre si torna nel casolare del massacro / Si apre il processo a Gjerji

Sara Minciaroni

Torneranno ad aprirsi le porte del casolare di Cenerente dove Sergio Scoscia e l'anziana madre Maria Raffaelli sono stati trucidati nella notte tra il 5 e il 6 aprile 2012. Questa mattina davanti ai giudici della corte d' Assise di Perugia è tornato Alfons Gjergji l' unico dei tre accusati con Ndrek Laska e Artan Gioka a non aver richiesto il rito abbreviato per aver messo in atto la rapina ai danni dell' ex orafo e aver immobilizzato le due vittime e averle uccise senza pietà.

Tutta la Corte, i difensori e l' imputato torneranno nel casolare il prossimo 5 dicembre per un sopralluogo tra quelle mura ancora oggi sotto sequestro. Sempre questa mattina il giudice ha stabilito l' ammissione di tutti i 115 testimoni, rigettata invece la richiesta di sentire gli altri due imputati per i quali restano valide le dichiarazioni “congelate” in sede di incidente probatorio.

È stata anche disposta una perizia sulle intercettazioni telefoniche dalla quale secondo la difesa si potrebbe dimostrare la non implicazione del Gjergji nella macchinazione e nella esecuzione del crimine. Secondo l'avvocato Luca Maori infatti una serie di elementi indicherebbero che il suo assistito era stato assoldato solo come autista, non consapevole dell' efferato crimine che quella notte sarebbe stato messo in atto. Tra questi una telefonata in particolare tra la fidanzata del Gioka (implicata nel processo in quanto considerata la “basista” per la rapina) e l' amica prostituta dalla quale emergerebbe che il Gioka non aveva alcuna necessità di assoldare il Gjergji per mettere in atto la rapina ma che gli serviva soltanto un' auto pulita per la fuga.

La corte ha anche respinto la richiesta dell' avvocato della difesa di periziare il navigatore satellitare dell' auto usata dall' imputato, almeno per ora, ma non si esclude che possa essere valutata in fase di dibattimento. “Il mio assistito – spiega Maori – non ha preso parte alla rapina. Quando è stato chiamato per arrivare a Perugia da Roma non conosceva le intenzioni della banda. Lui ha atteso fuori dal casolare in macchina e non sapeva cosa stesse succedendo all' interno”.

In aula questa mattina oltre all' imputato anche la figlia di Scoscia parte civile nel processo insieme al Comune di Perugia, difesi rispettivamente dagli avvocati Alessandro Vesi e Luciano Ghirga.

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