Roberto Lo Giudice, accusato di omicidio volontario nei confronti della moglie Barbara Corvi, resta libero; lo ha stabilito la Corte di Cassazione che ha rigettato il ricorso della Procura della Repubblica di Terni, formalizzato dal procuratore capo Alberto Liguori, contro la decisione del Tribunale del Riesame di Perugia che, lo scorso 22 aprile, aveva deciso di annullare la custodia cautelare emessa nei confronti di Lo Giudice (arrestato il 30 marzo 2021)
Lo Giudice era stato arrestato lo scorso 30 marzo e il 22 aprile rimesso in libertà. Proprio dalla sua casa di Montecampano Roberto Lo Giudice si era professato innocente sostenendo di non essere un assassino né un camorrista, ma un semplice padre di famiglia e uomo onesto.
Il rigetto del ricorso contro l’annullamento della misura cautelare nei confronti di Lo Giudice non mette comunque la parola fine all’iter giudiziario; sarà ora la Procura di Terni a decidere come agire nei confronti di Lo Giudice che rimane ancora nella posizione di ‘indagato’ seppur a piede libero. Per la Procura il movente scatenante dell’omicidio di Barbara Corvi sarebbe ascrivibile alla gelosia, e anche al tentativo, parzialmente riuscito, di spogliare la vittima dei propri averi. “L’indagato – aveva affermato il Procuratore Liguori – pur non appartenendo al Clan Lo Giudice, nella vicenda in esame sembra averne condiviso la mentalità: il tradimento e il tradimento doveva essere lavato con il sangue”.
“Prendiamo atto di tale decisione ed esprimiamo ancora una volta la nostra totale vicinanza e fiducia nella magistratura, nella procura di Terni e nell’Arma dei carabinieri di Terni – sottolinea Libera Umbria – Il 27 ottobre saranno 12 anni dal giorno in cui non si hanno più notizie di Barbara Corvi, sarà ancora una volta l’occasione per stringerci intorno alla famiglia di Barbara nella ricerca della verità, l’inchiesta prosegue e noi ci saremo, come sempre”.