Una lite per droga, con la vittima colpita a morte con un coltello di 28 centimetri ritrovato in via della Pescara. E’ quanto accaduto sabato notte a Perugia, secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti che poche ore dopo l’omicidio del tunisino 33enne Mohamed Wertani avevano individuato il presunto assassino, il connazionale 27enne Saber Zouaoui. Il quale in carcere ha confessato l’omicidio, riconoscendo anche l’arma del delitto recuperata dalla polizia.
L’intervento della polizia era scattato sabato sera intorno alle 23.37, quando un cittadino ecuadoregno aveva segnalato al 113 che in via Mario Angeloni, nel piazzale retrostante le Poste Italiane e di fronte alla fermata Minimetro di Case Bruciate, era in corso una lite ed una persona era finita a terra.
Sul posto gli operatori rinvenivano esanime il corpo di Mohamed Wertani, un tunisino 33enne già tratto in arresto da questa Squadra Mobile per reati inerenti gli stupefacenti, in regola col soggiorno in quanto già coniugato con cittadina italiana. Sul suo corpo c’erano i segni di una coltellata sul fianco sinistro, oltre ad una importante ferita nella parte posteriore del cranio, cagionata dalla caduta sull’asfalto. Il personale sanitario sul posto aveva provato a rianimarlo, con esito però negativo. I serrati accertamenti effettuati dagli investigatori della Squadra Mobile nel frattempo giunti sul posto, condotti attraverso la escussione di persone informate dei fatti, l’analisi delle telecamere ubicate nella zona, nonché la perfetta conoscenza del sottobosco criminale dei tunisini gravitanti nel mondo dello spaccio di droga in città, hanno consentito sin da subito di ipotizzare che la lite, culminata nell omicidio, fosse avvenuta con altro nordafricano, in quel momento ignoto, e che il Wertani fosse ubriaco al momento del fatto. Sul posto era intervenuto personalmente il magistrato di turno presso la Procura della Repubblica di Perugia, che dopo i rilievi della Polizia Scientifica e l’esame esterno del cadavere da parte del medico legale ne aveva disposto la rimozione ed il trasporto all’Istituto di Medicina legale, per la effettuazione dell’esame autoptico (in corso in queste ore).
Nel corso della serrata attività investigativa finalizzata alla compiuta ricostruzione della vicenda ed alla individuazione dei responsabili dell’omicidio, i poliziotti hanno acquisito alcuni riscontri sulla presenza di un pregiudicato tunisino 27enne con la vittima dell’omicidio, fino a poco prima del misfatto. Nel corso della nottata gli investigatori ne avevano individuato la dimora in via XX settembre e, circondato l’edificio, hanno tentato una irruzione nell’appartamento attenzionato. Seppur presente, il 27enne non ha aderito alle reiterate intimazioni di aprire la porta. Alla fine è dovuta intervenire sul posto una squadra dei vigili del fuoco che ha forzato una inferriata ed una porta/finestra della abitazione, consentendo agli operatori di entrare e bloccare il tunisino, che con una lametta si stava procurando numerosi tagli agli arti superiori. Dopo il ricorso alle cure mediche e la raccolta di elementi probatori su episodi di spaccio avvenuti anche in quella stessa serata, che ne hanno comunque riscontrato il non coinvolgimento nell’omicidio, questi è stato tratto in arresto nella flagranza dei reati di resistenza a Pubblico Ufficiale e spaccio di stupefacenti. Il serrato prosieguo della attività investigativa ha consentito anche di riscontrare che quel sabato sera, alle 21, in piazza del Bacio, l’arrestato aveva pesantemente minacciato e percosso con un pugno una guardia giurata libera dal servizio, che gli aveva intimato di allontanarsi dalle scale condominiali ove l’arrestato sovente bivacca con suoi connazionali. In quel frangente, secondo la puntuale ricostruzione, erano presenti 4 tunisini, tra cui la vittima dell’omicidio, ma le gravi minacce erano state proferite dal solo tunisino 27enne poi arrestato.
Il prosieguo investigativo ha alfine consentito di reperire gravi precisi e concordanti indizi di reità a carico di Saber Zouaoui, nato in Tunisia nel 1991, dimorante in Perugia in un palazzo prossimo al luogo dell’omicidio.
La vicenda delittuosa è stata così in dettaglio ricostruita: la vittima, che aveva passato la serata nei pressi della stazione F.S. del quartiere multietnico di Fontivegge bevendo alcolici con suoi connazionali, ad un certo punto aveva lasciato la comitiva e, accompagnato da un altro tunisino 23enne, si era recato sotto casa di Zouaoui per acquistare cocaina. Dopo averlo chiamato a gran voce dalla pubblica via, alterato dalla recente assunzione di alcol, suscitandone le ire, il Wertani veniva affrontato dallo Zouaoui, che gli intimava di andarsene negandogli la cessione dello stupefacente, benchè in precedenza promessagli. Ne scaturiva una lite, al culmine della quale si realizzava l’omicidio, con una coltellata sferrata dallo Zouaoui alla vittima, che cadeva esanime a terra riportando anche una profonda ferita nella parte retrostante della scatola cranica; nel frangente il terzo soggetto presente, il 23enne, assisteva passivamente ai fatti.
L’ omicida si allontanava immediatamente dal luogo del fatto, rendendosi irreperibile. Nella tarda serata sempre di ieri lo Zouaoui è stato infine catturato dagli investigatori in via della Pescara, al culmine di un prolungato servizio di osservazione, in un appartamento intestato ad un connazionale non presente all’atto dell’irruzione, dove si era rifugiato subito dopo il delitto. Nell’alloggio c’era un altro tunisino nato nel 1989, clandestino sul territorio nazionale, che veniva trovato in possesso di 4 involucri di eroina per un peso complessivo di circa 3 grammi.
Al termine delle incombenze procedurali lo Zouaoui è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto per omicidio aggravato dai futili motivi e, su disposizione del PM di turno presso la Procura della Repubblica di Perugia, associato alla Casa circondariale di Perugia Capanne a disposizione dell’autorità giudiziaria; l’altro tunisino è stato denunciato in stato di libertà per i reati di favoreggiamento personale e detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti.
Gli investigatori hanno anche rinvenuto in una cabina di via della Pescara, avvolto in un giornale francese un coltello del tutto compatibile con quello utilizzato per l’omicidio.
Oggi il fermo è stato convalidato e l’omicida ha confessato il delitto, fornendo una versione del tutto compatibile con la ricostruzione effettuata dalla Squadra Mobile; ha anche riconosciuto il coltello, lungo ben 28 cm di cui la metà lama, come quello utilizzato per uccidere il rivale, e che lui stesso durante la fuga verso il covo di via della Pescara aveva abbandonato.