“La vertenza Omas, che ad oggi non è ancora conclusa indica con chiarezza che i lavoratori sono pronti ad affrontare con determinazione, coerenza e democrazia le esigenze che una situazione di crisi impone per salvaguardare al meglio i diritti di tutti”. A scriverlo sono i lavoratori riuniti sotto la sigla della Fiom Cgil. “La nostra storia insegna che è possibile trattare e fare accordi dignitosi, dando maggior competitività alle imprese senza dover rinunciare al diritto fondamentale del contratto nazionale del lavoro.
Anche per l’esperienza vissuta, i lavoratori della Omas giovedì 6 dicembre saranno in sciopero con la Fiom per rivendicare un contratto nazionale condiviso, unitario, votato dai lavoratori, che possa difendere adeguatamente l’occupazione, i diritti ed il salario per tutti i metalmeccanici italiani, superando definitivamente la barbarie dei contratti separati e derogabili, che indeboliscono i lavoratori e fanno subire loro tutti gli effetti negativi della crisi”.
Il punto sulla vertenza – La Omas è una azienda di San Giustino di 40 dipendenti che da anni è stata rilevata dal gruppo Meccanica Generale di Jesi, che complessivamente conta 200 dipendenti. Entrambe le aziende operano nel settore della meccanica di precisione per la realizzazione di stampi per la produzione di oggetti pressofusi in plastica.
Dopo anni di buon andamento e di crescita aziendale, che hanno portato a siglare buoni contratti integrativi legati alla crescita professionale e alla qualità dei prodotti, con positivi riscontri negli incrementi di produttività e significative ricadute economiche e d’inquadramento per i lavoratori, dal 2008 l’azienda è entrata progressivamente in crisi, a causa di una forte concorrenza internazionale e di una riduzione di commesse da parte dei clienti storici che la crisi internazionale ha amplificato.
Il perdurare negli anni della crisi ha comportato anche un crescente squilibrio finanziario che ha aperto consistenti problemi per la stessa tenuta occupazionale.
La crisi nel 2010/ 2011 si è aggravata costringendo i lavoratori a confrontarsi con l’azienda su interventi e sacrifici che potessero evitare riduzione di personale o un uso pesante degli ammortizzatori sociali, con gravissime perdite per il reddito di dipendenti Omas.
I lavoratori, attraverso un confronto democratico e legittimando le scelte con il voto dell’assemblea, hanno deciso di affrontare la situazione con la flessibilità degli orari, rimettendo in discussione la contrattazione aziendale già acquisita per il periodo giugno 2012 – dicembre 2013: un grande sacrificio, soprattutto tenendo conto che i livelli salariali degli operai e degli impiegati del settore metalmeccanico non sono certo tra i più alti del nostro paese.
La trattativa ha visto i lavoratori e la Fiom impegnati fianco a fianco, pur in una situazione di crisi, per difendere il lavoro e salvaguardare i diritti indisponibili, come il contratto nazionale di lavoro e la democrazia sindacale.