Non accenna a placarsi il clima infuocato intorno alla storica Oma Tonti Spa di Foligno, una delle aziende metalmeccaniche del polo aeronautico umbro, che rappresenta da sempre un fiore all’occhiello del Folignate, con circa seicento dipendenti. La mobilitazione dei lavoratori non solo prosegue ma s’intensifica: il 16 e il 17 marzo infatti, sono tornati ad incrociare le braccia fuori i cancelli, dopo il primo sciopero proclamato ad inizio mese, con sospensioni dal lavoro di un’ora per turno, proprio per ribadire la forte contrarietà e preoccupazione di tutte le maestranze, rispetto al clima che si è venuto a creare in fabbrica, ed all’atteggiamento mostrato dalla proprietà.
Un atteggiamento che i sindacati Fim, Fiom e Uil definiscono in una nota – ottocentesco, per i provvedimenti ed i comportamenti messi in atto nell’ultimo periodo.
“Ad oggi – spiegano Adolfo Pierotti (Fim Cisl), Simone Pampanelli (Fiom Cgil) e Daniele Brizi (Uilm Uil) – non abbiamo ancora avuto alcuna risposta rispetto alle questioni che abbiamo posto all’ultimo tavolo con la proprietà. Anzi sono arrivati, come temevamo, i provvedimenti di sospensione per altri lavoratori interinali, tutti con anni di esperienza in fabbrica, alla faccia della tanto sbandierata meritocrazia”.
L’emergenza prosegue quindi, e per Fim, Fiom e Uilm, il clima è sempre più insostenibile, mentre restano forti le preoccupazioni anche rispetto agli obiettivi economici annunciati dalla proprietà, non in linea – stando alle spettative dei sindacati – con le potenzialità di una fabbrica d’eccellenza, qual’è la Oma Tonti. Per questo – avvertono – lo stato di agitazione prosegue, e i sindacati preannunciano ulteriori iniziative di lotta a difesa del futuro di una fabbrica fondamentale per il territorio folignate e per tutta l’Umbria.