L’ufficio postale di San Giustino, ormai da mesi e mesi, è diventato teatro di un malcontento crescente tra gli utenti, soprattutto anziani, costretti a subire continui disservizi.
Code interminabili, personale ridotto all’osso e attrezzature obsolete hanno creato una situazione insostenibile, con i cittadini esasperati che, inevitabilmente, se la prendono con l’impiegato di turno (spesso l’unico) dietro lo sportello che – sempre sotto pressione – di fatto non ha neanche responsabilità dirette su tali problematiche.
Una delle criticità principali riguarda proprio i tempi di attesa: “Per ritirare una raccomandata sono rimasta in fila per oltre un’ora, dalle 11 alle 12.07” ci racconta una ragazza, ritrovatasi con un solo sportello attivo e i macchinari non funzionanti, che hanno peggiorato una situazione già complicata. Alcuni utenti, spazientiti ma allo stesso tempo rassegnati, molte volte si rifugiano persino al bar poco lontano, dove aspettano il proprio turno con bigliettino di prenotazione alla mano.
La situazione, di recente, ha portato anche alla redazione di un reclamo collettivo, una sorta di raccolta firme sottoscritta da numerosi cittadini, che presto sarà inviata alla sede centrale di Poste Italiane. Tra le richieste avanzate, c’è ovviamente l’urgenza di aumentare il personale e di migliorare l’efficienza della strumentazione in uso.
Ma le criticità non riguarderebbero solo i disservizi quotidiani: la struttura “a prefabbricato” di via Alessandro Rossi (foto sopra), così come tantissimi uffici postali standard costruiti tra gli anni ’60 e ’70, sarebbe infatti ricoperta di eternit, soprattutto nella parte superiore, mettendo a rischio sia i lavoratori – che vi passano la maggior parte del tempo – che i clienti. Ad oggi, dunque, si parlerebbe di struttura non a norma, se non da buttar giù almeno da bonificare, trasferendo temporaneamente i servizi in altro luogo.
Il Comune di San Giustino, inoltre – per rispondere a determinate necessità urbanistiche – dovrebbe pure pianificare la costruzione di un nuovo parcheggio proprio in quell’area, dove sarebbe necessario l’abbattimento della struttura. Fatto sta che, per ora, la sede centrale di Poste Italiane sembra sorda a tutte queste esigenze e richieste, che ormai da troppo tempo stazionano nel limbo.