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“Ok al fotovoltaico ma giù le mani dai terreni agricoli”, Coldiretti contro consumo di suolo

Ok alla transizione energetica, ma senza consumo di suolo agricolo con l’utilizzo del fotovoltaico. Così la pensa Coldiretti Umbria, letteralmente preoccupata per l’attuale “sete di energia” che sta spingendo a cercare di limitare i costi e a sviluppare alternative sostenibili ma “invasive” per i terreni, proprio come i pannelli solari.

Per il presidente Albano Agabiti si può parlare legittimamente di fotovoltaico per mettere un freno alle emergenze in corso, agevolando al contempo l’energia pulita nel nostro Paese, “ma non è certo consumando altre fette di terreno agricolo, che si può arrivare alla soluzione più idonea, visto che questo andrebbe ad aggravare le condizioni di un settore strategico come quello dell’agricoltura, dove più di una azienda su dieci (13%) è già in pericolo di chiusura a causa di questa congiuntura difficilissima”. 

La posizione di Coldiretti è da sempre a favore di una vera e rapida transizione energetica che contenga gli effetti di questa crisi e i drammatici risvolti sulle bollette energetiche di imprese e famiglie, “ma di certo non a discapito della produzione agricola o dell’ambiente, ‘erodendo’ altro terreno, quando sono tanti i tetti di aziende o strutture industriali obsolete, ma anche le aree da bonificare, che possono essere più congrue a queste soluzioni”. 

Una posizione, quella di Coldiretti, non certo nuova, tenuto conto che da tempo chiede l’approvazione della legge sul consumo di suolo, ferma da anni in Parlamento, e della petizione contro i pannelli solari “mangia suolo”, per spingere invece il fotovoltaico ecosostenibile sui tetti di strutture agricole e non. “Una convinzione forte, sostenuta da tantissimi cittadini, che ci ha portato a raccogliere migliaia di firmein Umbria evidenzia Agabiti – e che ha trovato la condivisione dell’Amministrazione regionale che nel Regolamento sulla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, ha recepito questa doppia esigenza, sia economica che ambientale”.  

Destinando suoli agricoli al fotovoltaico – ribadisce Mario Rossi, direttore regionale Coldiretti – accelereremmo, oltre alla perdita di agroalimentare made in Umbria, quelle di una biodiversità e di un’identità uniche legate al nostro territorio. Da qui l’esigenza, per il fotovoltaico a terra, di sfruttare solo fino al 5% della superficie dell’azienda agricola, per la produzione di energia rinnovabile. Per migliorare il bilancio energetico della filiera moltiplicheremo non solo l’impegno per un fotovoltaico su tetti di stalle capannoni rurali, ma anche per investimenti nell’economia circolare per la produzione di bioenergie, fino alla valorizzazione dei reflui degli allevamenti con il biometano che va sostenuto adeguatamente”.