Dieci obiettivi per sostenere lo sviluppo nel prossimo triennio dell’Umbria che attende di essere la prima regione italiana per crescita del Pil. Con l’opportunità, ma anche la responsabilità, dell’attuazione dei progetti finanziati dal Pnrr per 1,7 miliardi, che possono generare da soli 4 punti percentuali del Pil e 13.500 posti di lavoro.
Il Consiglio regionale ha approvato con i voti della maggioranza il Defr (Documento di economia e
finanza regionale 2023/2025).
Una manovra che appunto individua 10 macro obiettivi strategici per una crescita strutturale nel triennio 2023-2025: nuove infrastrutture e lotta all’isolamento; crescita dell’aeroporto internazionale dell’Umbria; ricostruzione delle aree colpite dal sisma 2016; ulteriore incremento del turismo; transizione
energetica/ambientale/digitale; sviluppo dell’agricoltura; sostegno sociale; riorganizzazione della sanità; lavoro e formazione; consolidamento del rilancio delle aziende partecipate regionali.
Fondamentale sarà però la risposta che l’Umbria saprà dare nel 2023, anno nel quale il Paese è a rischio recessione, a causa della crisi energetica e della forte inflazione.
“Abbiamo di fronte una sfida complicatissima, quella del 2023″ ha detto nel suo intervento la presidente Donatella Tesei. Che ha ricordato come l’Umbria, dal 2008 al 2011, abbia sempre fatto peggio della media nazionale in termini di valore aggiunto, perdendo 9 punti di Pil rispetto al Paese. “Nel ’20, ’21 e ’22 – ha rivendicato – l’Umbria ha fatto meglio della media nazionale su tutti i parametri economici più importanti, segnando una inversione di tendenza e riconquistando livelli pre- covid. L’Umbria si appresta ad essere la prima regione italiana per crescita del Pil. Un fatto storico. La ricetta economica che abbiamo scelto – ha detto con orgoglio la governatrice – ha funzionato: abbiamo rimesso al centro l’impresa per creare sviluppo e lavoro. Abbiamo creato le condizioni per attrarre società e persone in Umbria. Abbiamo attivato risorse inedite per sostenere le famiglie, come mai prima”.
L’Umbria però, ha riconosciuto, ha di fronte nuove impegnative sfide: inflazione, caro energia e stretta creditizia peseranno sull’Umbria. E poi, il calo demografico, gli 80mila umbria in povertà relativa, i giovani laureati che emigrano in numero sempre maggiore. “Queste questioni – ha riconosciuto Tesei – pesano come macigni sul futuro dell’Umbria, nonostante i risultati positivi in campo economico”.
La governatrice ha poi attaccato le precedenti amministrazioni: “Nel Defr ci sono 10 chiari obiettivi: sviluppo dell’aeroporto e uscita dall’isolamento, dopo 20 anni di disattenzione e mancata consapevolezza
sull’importanza delle infrastrutture. Nessuno si era accorto che l’alta velocità lambiva i confini regionali e che avevano collegamenti stradali da terzo mondo. Non c’erano progetti nei cassetti ma un nulla cosmico che ha tenuto il Pil a livelli molto bassi. Nel passato ci sono stati forti investimenti sull’aeroporto ma solo oggi, con idee chiare, esso ha iniziato ad essere un vero motore di sviluppo, con 350mila passeggeri. E possiamo arrivare a 500mila”.
Sulla ricostruzione post sisma ha detto: “Dobbiamo continuare a procedere speditamente, sempre ricordando che nel 2020 era tutto bloccato e noi abbiamo fatto un passo in avanti notevolissimo, partecipando sempre alla Cabina di regia”.
E poi il turismo, “una vera industria regionale”, rivendicando i risultati legati “ad una idea chiara di sviluppo e promozione che non c’è mai stata prima. Arrivano riconoscimenti da agenzie internazionali, che dimostrano l’efficacia della nostra azione”.
E ancora, i fondi per l’agricoltura giunti “solo grazie ad un negoziato e ad una interlocuzione puntuale”. Il sostegno alle famiglie.
E la sanità, con il lavoro per cercare di risolvere i problemi nel Pronto soccorso che “ci sono ovunque” e superare le problematiche lasciate dal Covid. Tesei ha parlato anche della riorganizzazione della rete sanitaria. Dalla volontà di proporre “un nuovo modello di formazione e di lavoro”. E lo sforzo per rendere “la macchina regionale più leggera e veloce”, grazie anche alla razionalizzazione operata sulle partecipate.
“Per il terzo anno – ha sottolineato Tesei – non aumenteremo le tasse, nonostante le ristrettezze del bilancio regionale. Ci saranno ingenti risorse comunitarie con forti impegni di cofinanziamento. La manovra regionale stanzia ben 28 milioni per il trasporto pubblico locale, per garantire un servizio fondamentale”.
Quindi il tema del Pnrr Umbria, che ha intercettato finora 1,7 miliardi. “Superiore del 25% rispetto alla media nazionale pro capite, secondo Bankitalia” ha ricordato Tesei. Progetti del Pnrr che nei prossimi 4 anni potrebbero valere 4 punti di Pil e 13.500 nuovi occupati. Per questo, ha annunciato che la Regione irrobustirà la propria struttura per gestire questi fondi, che però verranno gestiti da Comuni ed enti statali.
Argomentazioni di una manovra che non convince le opposizioni, come ha sintetizzato il relatore di minoranza Donatella Porzi (Misto – vicepresidente Prima commissione): “Servirebbero misure straordinarie che riducano da subito le criticità specifiche di ogni comparto produttivo. Serve una riflessione complessiva sull’efficienza e la trasparenza, sugli obiettivi strategici individuati, sulle risorse messe a disposizione e sulla tempestività con la quale è necessario intervenire”.
“Oggi – ha aggiunto Porzi – abbiamo una congiuntura irripetibile, un’occasione straordinaria: serve coordinare le risorse del Pnrr con la nuova programmazione europea. Purtroppo sul Pnrr ci sono ritardi e responsabilità della Regione Umbria, della inefficienza della cabina di regia e della parziale inoperatività
delle figure professionali assunte per lo scopo e poi spostate ad altre funzioni. Ne è un esempio il raddoppio dell’alta velocità ferroviaria Roma-Ancona. Non ci possiamo più permettere di perdere tempo”.
Quindi, le accuse sulle politiche energetiche: “È indispensabile accelerare il passaggio verso tutte le forme di energia alternativa. La Giunta Tesei invece è andata nella direzione opposta inasprendo, con un regolamento più restrittivo della normativa nazionale, la possibilità di installare pannelli fotovoltaici”.
Sulla semplificazione amministrativa, accusano le opposizioni, non c’è un programma organico di interventi da attuare. “Siamo nella sfera degli annunci” ha detto Porzi, evidenziando che le opposizioni aspettano indicazioni su oviettivi, risorse e tempo sul nuovo Piano Triennale di semplificazione
amministrativa ci aspettiamo indicazioni su obiettivi, risorse e tempi.
Ma è sulla materia economica che per le opposizioni la manovra non è adeguata. Si chiedono infatti
misure ad hoc per sostenere i settori trainanti dell’economia umbra: “Agricoltura, artigianato e commercio. È necessario valorizzare i piccoli borghi e le piccole realtà montane, ambito nel quale – ricorda Porzi – noi abbiamo fatto molte proposte in questi anni, come la pdl per realizzare un parco archeologico regionale. Invece si tagliano 5 milioni di euro sui trasporti, che peseranno sui
collegamenti dei piccoli centri. L’internazionalizzazione delle Pmi è fondamentale, per questo sollecito ad aumentare la velocità delle valutazioni nella rendicontazione e pagamento dei vincitori dei bandi. Nel
sostegno alle attività economiche, il nostro quadro non può prescindere dalla transizione digitale ed ecologica”.
Porzi ha evidenziato anche la necessità di riformare gli istituti tecnici superiori per ridurre al minimo il disequilibrio tra domanda e offerta. “Ma sulla formazione – ha evidenziato – abbiamo una grave macchia: l’Umbria è tra prime regioni per dispersione scolastica. Serve recuperare”.
“Sulle infrastrutture – ha infine ricordato la relatrice di minoranza – state lavorando solo sui progetti ereditati dalle precedenti amministrazioni, ma per la piastra logistica di Foligno sono spariti 38
milioni di euro”.
Tre gli emendamenti respinti dall’aula. Compreso quello a firma dei consiglieri della Lega Mancini e Puletti, che chiedeva di avviare lo screening per la prevenzione del cancro allo stomaco in Alto Tevere e in Alto Chiascio; di riqualificare e valorizzare gli ex ospedali; incrementare la dotazione economica destinata alle misure regionali in materia di sicurezza; valorizzare la partecipazione della Regione ad eventi e manifestazioni fieristiche come Only Wine Festival e Caccia Village; assicurare l’appropriatezza nell’assistenza dei pazienti e delle loro famiglie nell’ambito delle dipendenze patologiche
(abuso di sostanze stupefacenti, ludopatia, alcolismo).
Bocciato anche l’emendamento del Pd (a firma dei consiglieri Meloni, Bettarelli, Bori,
Paparelli) che chiedeva di promuovere e sostenere le imprese femminili attraverso finanziamenti agevolati o contributi a fondo perduto; la riduzione della dispersione scolastica; incrementare le risorse per realizzare una programmazione dei servizi per le persone più fragili, in chiave di residenzialità, domiciliarità e prossimità territoriale; a potenziare la Rete dei servizi regionali per la prevenzione, diagnosi e cura dei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione; a prevedere agevolazioni per le auto
ibride e per quelle a gpl/metano.
No anche all’emendamento a firma di Fora (Patto Civico), con cui si chiedeva maggiori misure economiche e azioni di contrasto alla povertà; un progetto strategico di integrazione socio sanitaria e un piano di sviluppo dei servizi di welfare, integrando la bozza di piano sanitario; di recepire le importanti novità introdotte dal codice del terzo settore su coprogrammazione e coprogettazione nelle politiche sociali e socio sanitarie; a convocare entro marzo 2023 una conferenza regionale sulle povertà, il welfare e l’inclusione con tutti i soggetti coinvolti per definire un piano straordinario di intervento per l’emergenza in atto.