Da un lato l’accettazione della procedura di concordato preventivo, che potrebbe gettare le basi per un possibile rilancio dei due poli produttivi. Dall’altro lo stallo degli stipendi arretrati, che ricade pesantemente sulla quotidianità dei circa 300 lavoratori e delle loro famiglie. Sono ore caldissime alle aziende Ims e Isotta Fraschini di Spoleto, coi commissari nominati dal tribunale di Spoleto che sarebbero già entrati in possesso della documentazione contabile delle aziende per “accompagnare” la dirigenza verso la delicatissima operazione di ristrutturazione del debito.
Ma se il cielo all’orizzonte sembrerebbe aprirsi a qualche schiarita, quello sopra la testa dei lavoratori rimane denso di nubi minacciose. La promessa della proprietà di saldare le buste paga arretrate in 5 tranche consecutive da 200mila euro ciascuna, infatti, non sarebbe stata mantenuta per intero. Ma c’è di più. Stando a quanto affermano le maestranze, i lavoratori dell’Isotta Fraschini avrebbero già ricevuto la tredicesima per intero, mentre quelli della Ims solo al 50%.
“Perchè questa discriminazione? Non siamo forse tutti uguali?” Sono le domande che si pongono i lavoratori, che poi invitano proprietà, istituzioni e sindacati istituzioni a riflettere sulle loro condizioni. Sull’impossibilità, per alcuni di loro, di mantenere la propria famiglia, di far fronte al pagamento di mutui, bollette del gas o della luce, utenze telefoniche. Una situazione che, tra l’altro, ricadrebbe in modo più accentuato proprio sui lavoratori del comparto della ghisa (Ims), da inizio febbraio in regime di cassa integrazione straordinaria. Potrebbero passare anche 4-5 mesi, infatti, prima che inizino a percepire gli assegni dell’Inps.