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Odissea in treno da Perugia / Disabile “discriminato” senza carrozze attrezzate

E’ un odissea quella che una madre umbra, Gianna Luzio, ha dovuto affrontare: suo figlio, Lorenzo, di 15 anni, è disabile, ed è in cura per una grave forma tumorale, e da oltre due anni è costretto in carrozzina. La madre voleva portare Lorenzo e i suoi fratelli a Firenze, a casa di amici, visto che dal sabato al lunedì il ragazzo non deve sottoporsi alla radioterapia. Loro vivono a Perugia, nel Residence Chianelli, una casa che accoglie malati di tumore.

Con questo piano in mente ha chiamato come sempre Trenitalia, a Roma, per prenotare la sala ‘blu’, quella per disabili, ma a quel punto è cominciata una vera ‘odissea’. Dopo varie telefonate tra Roma e Firenze, una sola soluzione per madre e figlio: “Signora deve arrivare a Terontola (Arezzo) in auto – ha raccontato la donna spiegando quanto le hanno detto da Trenitalia – perchè a Perugia non abbiamo carrozze attrezzate“.
Peccato che quando sabato pomeriggio sono arrivata a Terontola, dopo 50 chilometri in auto, che per mio figlio non eè facile fare e che paga Casa Chianelli – aggiunge – non c’era nessun posto per disabili ma una normale, e sudicia, carrozza in un convoglio regionale”. Aiutata dal personale delle Ferrovie, denuncia ancora la donna che invierà una protesta ufficiale a Trenitalia, “ho sistemato Lorenzo su una poltrona chiedendo agli altri passeggeri di spostarsi in altri vagoni”. E anche l’arrivo a Firenze non è stato senza problemi. Il personale addetto c’era ma il carrello è arrivato in ritardo quando lei, ormai esasperata, aiutata dai ferrovieri, aveva già fatto scendere il figlio e si era avviata verso l’uscita della stazione. Oggi riparte da Firenze, ma questa volta ha annullato tutte le prenotazioni con Ferrovie: grazie a un amico porterà Lorenzo a Perugia con un’auto attrezzata.

Aggiornamento ore 21.12 – La scelta di quali e quanti treni attrezzati per il trasporto di persone a ridotta mobilità far viaggiare sulla propria rete regionale compete esclusivamente alla Regione, committente del servizio. La Regione, in questo caso l’Umbria, ha l’esclusiva competenza in fatto di programmazione e finanziamento del servizio ferroviario locale“.
E’ quanto precisano in una nota Trenitalia e RFI dopo le difficoltà che sarebbero state riscontrate da un 15enne disabile e da sua madre nel tratto Perugia-Firenze. Per questo l’indicazione di partire da Terontola (Arezzo), fornita dalla ‘Sala Blu di RFI’ “era corretta. Fra Perugia e Terontola non esistono, infatti, treni attrezzati per il trasporto disabili“.
Trenitalia, nella nota, spiega di aver fatto controlli subito dopo le dichiarazioni della donna: “Da Terontola a Firenze, Lorenzo e la madre hanno viaggiato su un treno con carrozze a piano ribassato, che permettono agevolmente la salita delle carrozzine e hanno a bordo degli spazi riservati. La salita del giovane cliente a bordo è stata rapida e senza l’ausilio del carrello elevatore“. Carrello che invece è stato messo a disposizione a Firenze, “ma non utilizzato. Mentre, infatti, la ditta incaricata all’assistenza si avvicinava alla porta di discesa, dopo aver necessariamente atteso il deflusso dei viaggiatori dal marciapiede, la madre del disabile aveva già fatto scendere il figlio con l’aiuto di personale FS“.
Infine, “sulla qualità del viaggio e la pulizia a bordo, le verifiche non hanno rilevato alcuna evidente criticità. Ciononostante, alla luce delle percezioni che la cliente ha manifestato, Trenitalia e RFI si scusano per eventuali disagi e confermano il proprio impegno a fornire un servizio sempre di più all’altezza delle aspettative di tutti i propri viaggiatori“.

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