Nuovo piano cinghiali anti Psa, la proroga al 28 febbraio non piace: subito tavolo coi cacciatori

Nuovo piano cinghiali anti Psa, la proroga al 28 febbraio non piace: subito tavolo coi cacciatori

Massimo Sbardella

Nuovo piano cinghiali anti Psa, la proroga al 28 febbraio non piace: subito tavolo coi cacciatori

Gio, 04/07/2024 - 09:00

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Il neo presidente di Federcaccia Umbria Desideri scrive alla Regione: azione impulsiva e non risolutiva

La Regione convochi un tavolo di confronto con le associazioni venatorie. E’ quanto chiede Federcaccia Umbria, con la lettera che il neo presidente regionale Nazzareno Desideri ha inviato alla governatrice Tesei, all’assessore Morroni e al dirigente Grohmann alla luce delle modifiche al piano contro la Psa (peste suina africana) e all’aggiornamento del piano di sorveglianza ed eradicazione del cinghiale predisposto dalla Regione Umbria.

“Le azioni vanno ponderate e concordate con tutti i soggetti interessati” è la premessa di Desideri. Che a nome dei federcacciatori esprime perplessità sulla scelta di portare al 28 febbraio la caccia al cinghiale dopo il via libera al quarto mese. Mese, febbraio, viene evidenziato, nel quale vengono svolte varie attività per la gestione della caccia. E cita le attività di cattura delle lepri e dei fagiani, le immissioni a scopo ripopolamento e il regolare svolgimento della caccia di selezione. “Se l’impegno dei nostri cacciatori sarà riversato nel contenimento – evidenzia – non potrà essere utilizzato per altre attività”.

Tra l’altro, con le azioni di disturbo sarà difficile raggiungere i piani di abbattimento previsti nella caccia di selezione. Cosa che rischia di “compromettere un consolidato equilibrio delle specie”.

Da qui la richiesta di anticipare la caccia al cinghiale, anziché prorogarla fino al 28 febbraio. “Questo -scrive il presidente Desideri -consentirebbe un’azione molto più efficace, sia per il raggiungimento di un piano di abbattimento superiore che per il controllo dei danni. Molte delle colture infatti nei mesi di settembre e ottobre sono ancora in piedi, mentre non lo sono a febbraio, quando ormai i danni della specie cinghiale sono stati causati”.

Da qui la richiesta di un tavolo di confronto tra Regione e associazioni venatorie “per stabilire la strada migliore da percorrere che abbia come scopo una soluzione a lungo termine e non un’azione impulsiva e non risolutiva”.

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