“Le ferriere della giunta regionale sono ancora in frenetica attività. Probabilmente non è ancora arrivata notizia a Palazzo Donini del regime di ordinaria amministrazione che impone una guida sicura, senza deviazioni e deragliamenti politici, fino alle prossime elezioni regionali“. Così il consigliere regionale Sergio De Vincenzi a proposito dell’attività della Giunta regionale dopo le dimissioni della governatrice Catiuscia Marini.
“Il presidente facente funzione Paparelli e la sua squadra – prosegue l’esponente dell’opposizione – vanno avanti come panzer producendo provvedimenti e delibere che stanno incidendo politicamente sulla macchina amministrativa“. Il riferimento è alla delibera con cui sono stati raggruppati docenti universitari per redigere delle linee guida “per prevenire la corruzione in tutte le fasi del concorso”, creando due commissioni, una redigente le domande di esame e una esaminante i candidati.
Ma De Vincenzi non è convinto: “Il problema è sempre lo stesso: chi sceglie e chi controlla le commissioni? Ma soprattutto: perché solo ora, in questo periodo drammatico per la politica umbra, sostanzialmente bloccata da un regime di ordinaria amministrazione a seguito dei noti fatti giudiziari, la Giunta vuol correre ai ripari facendosi scrupolo in fretta e furia di una certa linearità formale, della trasparenza e della meritocrazia? Sarebbe come ammettere che sino ad oggi meritocrazia e trasparenza nei concorsi pubblici siano stati concetti totalmente avulsi”.
Ma soprattutto, l’esponente dell’opposizione giudica paradossale il fatto che “da una parte si voglia ristabilire una presunta linea di correttezza amministrativa, dall’altra restano attivi i molto discutibili bandi per sei dirigenti amministrativi, pubblicati il 16 febbraio scorso dei quali ho chiesto più volte la revoca, per altrettante strutture create ex-novo senza personale. Sei “abiti” che sembrerebbero cuciti su misura per altrettanti individui, con relativi anni di servizio, percorsi di laurea e le funzioni ad essi collegate. Un modus operandi che si discosta dalla nuova impostazione ‘legalistica’ promossa dalla Giunta. E che dire – aggiunge De Vincenzi – dei quattro dirigenti indagati per le vicende di Sanitopoli i quali, nonostante le chiare disposizioni previste dall’articolo 16 comma 1 del d.lgs 165/2001 e dall’Anac, dovrebbero subire una rotazione obbligatoria e invece sono ancora al loro posto di comando?“.
Per questo De Vincenzi si rivolge direttamente al presidente facente funzioni Paparelli, chiedendo finalmente di “lasciare il comando e azionare il pilota automatico” fino alle prossime elezioni.