Carlo Vantaggioli
Dies irae dies illa…dopo il richiamo europeo a sciogliere gli ordini professionali per liberalizzare il mercato, ci pensa Santa Madre Chiesa a tenere dritta la barra delle regole nel marasma del “tutti fanno tutto”. L’Archidiocesi di Spoleto-Norcia, coerente ai tempi come si conviene, indica il futuro prossimo venturo della professione di fotografi e fioristi, locali e non, nelle chiese diocesane in caso di matrimonio. Recita una simpatica circolare comparsa sul sito dell’Archidiocesi, n° prot 2842/UL/11, a firma di Mons. Mario Curini, direttore dell’ufficio liturgico Diocesano:
Carissimi amici,
questo Ufficio Liturgico invita tutti i fotografi e i fiorai dell’Archidiocesi di Spoleto-Norcia a due incontri di formazione ed abilitazione che si terranno dalle ore 18,00 alle 19,30 ….Al termine della frequenza verrà rilasciato un attestato di partecipazione, la cui presentazione sarà obbligatoria per poter svolgere il proprio esercizio nell’ambito delle Celebrazioni Ecclesiastiche nel territorio di questa Chiesa diocesana. Certo della Vostra partecipazione….
Notare la finezza semantica con cui Mons. Curini “invita…” al corso abilitante, dettagliando due righe dopo che solo con l’attestato di partecipazione “la cui presentazione sarà obbligatoria…”, si potrà svolgere il proprio lavoro nelle chiese della Diocesi. Insomma il famoso caso della partecipazione spintanea. L’ukaze è stato indirizzato ovviamente a tutti i fotografi e fiorai della Diocesi, alle Associazioni di categoria e ai fotografi e fiorai fuori dalla Diocesi, dicesi extracomunitari.
Ne vogliamo parlare? E parliamone.
Nessun stupore innanzitutto per il tenore della regola, quando si sa benissimo come la pensa Sua Eccellenza, Monsignor Renato Boccardo, sul “matrimonificio” (ipse dixit) che avrebbe caratterizzato Spoleto e dintorni negli anni precedenti l’arrivo dell’attuale presule. Ma che si potesse giungere a dettagli operativi così “abilitanti” nessuno se l’aspettava.
Mistero fitto sugli argomenti delle lezioni. Prime ipotesi di tiolo, “Teoria e pratica dell'uso del grandangolo nelle immagini di tonache merlettate”. Ma anche “Uso improprio del glicine e della ramaccia nella composizione plastica dell'Altare Maggiore”. Si parla anche di succose “Esercitazioni pratiche di colorimetria e verbalità associata nel film 'Viaggi di Nozze' di Carlo Verdone”.
E come si potrà fare in casi particolari come quelli in cui qualche fedele interessato non si servirà di fotografi e fiorai abilitati, ad esempio, perché non in condizioni economiche adeguate, chiedendo aiuto ad un parente dotato di macchinetta e portandosi il bouquet da casa? Gli si fornisce a garanzia il patrocinio del fiorista e del fotografo di ufficio come nelle aule giudiziarie? E ci sarà una lista di fornitori della “real casa”, da cui attingere, giusto per non sbagliare e non vedersi respingere all’uscio da un padre guardiano? Domande che fanno tremare. Dubbi amletici. Quiz e cruciverba…
Ma la cosa che più stimola la fantasia è il tenore della possibile risposta che daranno le Associazioni di Categoria al simpatico invito di Mons. Curini. Non stiamo nella pelle per vedere quale arzigogolo verbale verrà escogitato per difendere le categorie interessate dalla burocratica regola ecclesiale, senza però scontentare la stessa.
Come anche la curiosità si addensa sui nomi dei possibili professionisti che terranno le preziose lezioni di abilitazione e formazione. Fonti non accreditate fanno girare l’indiscrezione su un nome in corsa, quello di Nanni Moretti che dopo il film “Habemus Papam”, gode di un certo credito nelle gerarchie ecclesiastiche. Ma non sfugge ai più un antico gradimento per Renzo Arbore autore dell’indimenticato “Pap’occhio”, che tanta felicità diede ai palazzi di oltreTevere. Per i fiorai invece non ci sono indiscrezioni anche se da tempo si conosce una certa predilezione vaticana per la sapienza di Poison Ivy, botanica espertissima, soprattutto nel confezionamento di pozioni utili in tempi andati per regolare alcuni conti tra gerarchie. Di lei si dice un gran bene. E siccome l’argomento induce in tentazione non vediamo l’ora di presenziare al primo servizio fotografico o di addobbo floreale regolarmente autorizzato. Già pregustiamo la scenetta all’ingresso del Tempio. Un fratacchione uso Fra Tuck, che sbarra la porta e chiede “Siete voi abilitato?”, e l’altro che risponde, “Certo perché c’ho questo…” sventolando il diploma, mentre il frate replica imperioso “E chi te l’ha dato questo?…”. L’altro indispettito tirando fuori la ricevuta di pagamento del corso “Come chi me l’ha dato. Questa me l’ha dato…la vedi questa?”, in un crescendo alla Verdone (Guarda il Video storico del porto d'armi).
Figli miei, una prece, mala tempora currunt. E come disse B. in occasione grave “Sic transit gloria mundi”.