“Violenza di genere e centro di ascolto antiviolenza: qual’è lo stato dell’arte?”: lo ha chiesto in un’interrogazione Emanuela Arcaleni, consigliere comunale di Castello Cambia, a partire dal protocollo d’intesa sul numero antiviolenza 075 8509444, firmato da Comune di Città di Castello, Centro regionale pari opportunità, Cri e Asl nel 2015.
“Da allora che cosa è stato fatto e quante donne hanno fatto ricorso a questo canale di aiuto? In che modo è stato promosso e fatto conoscere?”. Citando i dati di fonte Ausl Umbria1, l’assessore alle Pari Opportunità Luciana Bassini ha ricordato che “il protocollo del 2015 estendeva a tutti i Comuni il numero antiviolenza, che a intervalli regolari viene riproposto con campagne sui social network e con produzione di volantini”.
Il numero è attivo dal lunedì al venerdì sia la mattina che il pomeriggio presso i centri di salute della Asl. Rispondono le ostetriche, le assistenti sociali o personale formato, come, nel caso tifernate, le volontarie della Cri. I dati del numero antiviolenza parlano nel 2016 di 16 telefonate, 9 da donne straniere e 7 da donne italiane tra i 30 e i 40 anni e una minorenne. “Le motivazioni che le hanno spinte – ha comunicato Bassini – coprono tutto l’arco delle possibile manifestazioni di violenza: violenza fisica e psicologica, sessuale, maltrattamenti in presenza dei figli, stalking. Le donne sono state prese in carico selettivamente dai Servizi sociali comune, psichiatri o pronto soccorso. Nei primi mesi del 2017 solo una donna si è rivolta allo 075 850944. Dei casi registrati, nessuna ha voluto sporgere denuncia”.
L’assessore ha ricordato infine che “il Comune ha aperto tutti i percorsi possibili: numero antiviolenza, Codice Rosa al Pronto Soccorso e l’Associazione Liberamente Donna, che partecipa alla rete con 2 case di accoglienza nelle quali hanno trovato rifugio 12 donne del nostro territorio nel corso degli anni. Come Assessorato abbiamo promosso numerosi eventi in occasione del 25 novembre e poi con accenti diversi, più incentrati su protagonismo e promozione femminile, per l’8 marzo, coinvolgendo le scuole, le associazioni, i cittadini. La presenza di 9 donne in Consiglio comunale credo che sia un ulteriore strumento per potenziare le politiche contro la violenza di genere”.
Arcaleni si è detta soddisfatta, pur sottolineando che “16 donne, rispetto alla stima del fenomeno reale, sono una percentuale esigua. Pubblicizziamo meglio il numero con una campagna di maggiore visibilità”.