Era l’8 dicembre del 1973 quando il maestro del legno e del mobile in stile e la moglie si sposarono al Santuario di Belvedere
Era l’8 dicembre 1973 quando Arnaldo Granci, maestro del legno e “re” indiscusso del mobile in stile e Veronica Bianconi pronunciarono il fatidico “sì” al Santuario di Belvedere.
Ieri (8 dicembre) a distanza di 50 anni quella ricorrenza si è ripetuta alla Basilica di Canoscio. Nozze d’argento celebrate da don Franco Sgoluppi, nel corso di una sentita funzione religiosa alla presenza di familiari ed amici. Una unione “inossidabile” che Veronica e Arnaldo hanno trascorso all’insegna dei valori di onestà, laboriosità e amore per la famiglia, i figli Marco e Mirko e i nipoti Gaia, Viola ed Alessandro.
Arnaldo Granci, originario di Somole (Apecchio) a 200 metri dal confine con il Comune di Città di Castello, inizia come dipendente nella falegnameria Giorgeschi. Nel 1970 costituisce la propria azienda artigiana nel settore artistico del legno. Da allora la moglie Veronica Bianconi gli è sempre stata a fianco sostenendolo in famiglia e in azienda. Nel 1975 assume i primi 76 dipendenti e contribuisce alla nascita del Consorzio Smai.
Nel 1992 viene insignito del titolo di Cavaliere e nel 2012 diventa Ufficiale della Repubblica. E’ stato consigliere Smai per quasi 20 anni, presidente del Consorzio dal 1994 al 2006 e della Mostra del Mobile in Stile. Inoltre è stato consigliere comunale di Città di Castello negli anni 1993 e 1994 e vicepresidente della polisportiva Tiferno ’90 e presidente del Comitato tifernate ‘L’arte è mobile’. Assieme all’antiquario Mario Migliorati e alla funzionaria dell’Ufficio Commercio Anna Cagnoni ha ideato la rassegna Retrò.